L’Aquila. “Da qualche tempo il pascolo sulle terre civiche sembra essere oggetto di particolare interesse della politica regionale”, esordiscono primi cittadini Roberto Sciullo (Sindaco Pescocostanzo), Mauro Leone (Sindaco Rocca Pia), Giovanni Di Mascio (Sindaco Campo di Giove), Mario Ciampaglione (Sindaco Cansano), Rodolfo Marganelli (Sindaco Goriano Sicoli), Fernando
Fabrizio (Sindaco Castel di Ieri), Pietro Salutari (Sindaco Castelvecchio Subequo), Luigi Fasciani (Sindaco Molina Aterno), Mario Antonio Di Braccio (Sindaco Gagliano Aterno), Fabio Camilli (Sindaco
Acciano), Celestino Bernabei (Sindaco Secinaro), Tullio Camilli (Sindaco Tione degli Abruzzi), Silvano Cappelli (Sindaco San Demetrio né Vestini), Antonello Gialloreto (Sindaco Poggio Picenze), Francesco Di Paolo (Sindaco Barisciano), Fabio Santavicca (Sindaco Santo Stefano di Sessanio), Luigina Antonacci (Sindaco Castelvecchio Calvisio), Luciano Mucciante (Sindaco Castel del Monte), Valter Chiappini (Sindaco Lucoli), Gennarino Di Stefano (Sindaco Rocca di Cambio), Mauro Di Ciccio (Sindaco Rocca di Mezzo), Iside Di Martino (Sindaco Cagnano Amiterno), Luigi Cannavicci (Sindaco Campotosto), Elia Serpetti (Presidente ASBUC Arischia), Antonio Nardantonio (Presidente ASBUC Preturo), Paolo Barone (Presidente ASBUC Aragno), Luca Scarcia (Presidente ASBUC Assergi),
Fernando Galletti (Presidente ASBUC Paganica e San Gregorio).
“Nella recente legge per il contrasto alla crisi economica derivante dall’emergenza epidemiologica è stato inserito, infatti, un articolo che impone ai gestori delle terre civiche di seguire una nuova procedura di assegnazione che, a nostro giudizio, non risolve problemi bensì li crea”, argomentano. “La scorsa settimana, il Consigliere Americo Di Benedetto ha proposto, nell’ambito di un altro progetto di legge regionale, un emendamento per superare questa riforma. L’iniziativa ha determinato diverse reazioni che, in alcuni casi, hanno messo addirittura in dubbio la legittimità di quanto fatto finora da Comuni ed Amministrazioni separate e quindi gettato ombre sul nostro operato. Tutto questo è inaccettabile. Si tratta di un attacco a tanti amministratori che, ogni giorno, lavorano per il bene delle proprie Comunità assumendosi grandi responsabilità.
“Pertanto chiediamo rispetto e ricordiamo a tutti che le mafie si combattono con i fatti e non a parole. L’attuale norma regionale, al di là dei rilievi che sicuramente formulerà il Governo, non solo non
garantisce la lotta alla cosiddetta mafia dei pascoli, ma genera un danno al nostro territorio. L’obbligo di concedere i terreni a condizioni di favore a tutti i residenti della Regione, con l’eliminazione del ricorso a qualsiasi procedura di evidenza pubblica, non fermerà eventuali speculatori ed impoverirà invece i bilanci degli Enti locali”.
“In particolare quelli dei piccoli Comuni delle aree interne che, soddisfatta la richiesta della popolazione residente, hanno sempre ottenuto dalle gare per l’assegnazione dei pascoli le risorse necessarie per gli investimenti a vantaggio delle proprie Comunità. In altri termini, la parte più debole del territorio regionale rischia di diventare ancora più debole e ciò non possiamo permetterlo. Con questa consapevolezza invitiamo, dunque, tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale a porre subito rimedio alla situazione con l’approvazione dell’emendamento proposto dal Consigliere Di Benedetto ed allo stesso tempo ad avviare un confronto con amministratori ed allevatori locali per arrivare insieme a dare all’Abruzzo una riforma veramente in grado di tutelare tutti gli interessi del territorio”, conclodono i primi cittadini montani abruzzesi.