Pescara. Il Consigliere Comunale Gruppo Pettinari Sindaco, Dott. Caterina Artese:
“Oggi speriamo di aver messo un punto, insieme all’assise del Consiglio Comunale al fatto che le aree verdi di Pescara non si toccano, Il Parco Nord è un fazzoletto di grande valenza naturalistica, ma su di esso da decenni ricadono le mire dei costruttori, eppur, con una mozione discussa ma condivisa ognuno ha creduto di poter fare un passo indietro nel nome di un valore collettivo “l’ambiente”.
Abbiamo inserito la richiesta di uno studio preliminare al progetto: l’analisi fitosociologica che riporti su una cartina la vegetazione reale e potenziale di quel piccolo ma prezioso fazzoletto di terra umida.
Avremmo voluto bloccar il taglio del canneto e del roveto, indicato già nelle prime pagine come se fosse scontata questa operazione. Purtroppo per quanto attiene i valori naturalistici abbiamo ancora moto da lavorare in Comune.
Però questa azione preliminare sarà propedeutica ad altri aspetti, inseriti nella mozione condivisa, che riguardano il rispetto della zona umida, la riduzione delle aree impermeabili, l’indirizzo verso una didattica ambientale e di conservazione. Molti avrebbero voluto continuare con l’allagamento delle Naiadi e dei suoi impianti sportivi, ma riteniamo che questa mozione possa frenare queste aspettative, che spesso si traducono in consumo di suolo e distruzione degli ecosistemi naturali.
Miriamo a fermare interventi così descritti nel Progetto: “drenare l’area perché la presenza di equiseti indica un ristagno d’acqua” e “impianto di irrigazione, impianto di adduzione e regimazione delle acque”.
Vogliamo perseguire quanto detto nel Progetto con premesse enunciate in più capitoli, che guardano a dettami che richiamano la Biofilia (amore per la Natura=Amore per la vita). Infatti si citano 2 architetti, autori di “Solido come un Parco” e “La citta selvatica”, con obiettivi più che condivisibili poiché miravano a realizzazioni durature nel tempo e a “un rinnovato modo di stare al mondo fondato sulla complicità leale con gli ecosistemi spontanei … liberi da ogni ansia di controllo e disponibili ad accogliere l’accadere del libero biologico”.
Manca il richiamo ad una Selvicoltura Naturalistica da applicare agli alberi, ai popolamenti forestali. Si citano i soliti metodi secondo un un tecnicismo labirintico, per cui si prevedono ancoraggi, cartellinatura Arbotag, valutazioni fitosanitarie, valutazioni metodo Artè, pratiche endoterapiche, trazione controllata o tomografia sonica, potature, ecc. ecc. In un’area che si vuole valorizzare naturalisticamente sarebbe utile lasciare che le piante invecchino con i loro carpofori e delimitare l’area con una leggera staccionata di legno, in modo che si possano ammirare a giusta distanza, come accade in tutti i parchi del mondo.
Insostenibile è l’approccio del Progetto verso quello che chiamano (erroneamente) “gerbido”, ossia terreno incolto simile alla brughiera, che da noi non esiste. Ma abbiamo ritenuto importante partecipare al Progetto di 3 milioni di euro per lo sviluppo sostenibile della Nuova Grande Pescara, che sia capace di fare una indagine fitosociologica, di conoscere gli habitat e le nicchie ecologiche più significative e stabili, su cui costruire un progetto di didattico/ricreativo/storico-culturale/sportivo-salutistico o di qualsiasi altro tipo, che non presenta una carta della vegetazione (reale e potenziale).
Molto c’è ancora da fare. Chiederemo sempre una maggiore coerenza con le aspettative più volte enunciate di sostenibilità e valorizzazione degli aspetti naturali.
La progettazione in un’area con potenzialità naturalistiche avrebbe dovuto muoversi per sottrazione di elementi, perché il verde è protagonista e non può essere considerato come un parco giochi.”