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Parco delle Rose: D’Alfonso indagato per falso ideologico “condotta da fungardi”

Redazione Centrale di Redazione Centrale
7 Aprile 2018
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L’Aquila. “A volte ho la sensazione che ci sia una condotta, tipo quella che nel dialetto del mio paese si chiama ‘condotta da fungardi’, quasi una precipitosità nel meravigliare. Aiutato dal mio legale, cerco di trovare anche i lati positivi, come quello che tutto l’Abruzzo saprà che la Regione ha finanziato il Central Park di Lanciano (Chieti)”. Lo ha detto il presidente della giunta regionale Luciano D’Alfonso, questa mattina in conferenza stampa a Pescara, in merito all’avviso di conclusione delle indagini sull’approvazione del
progetto di riqualificazione del Parco delle Rose di Lanciano, che lo vede indagato per falso ideologico. Al centro dell’inchiesta, che dalla procura dell’Aquila è finita a Pescara, la delibera della Giunta regionale del 3 giugno del 2016. Insieme a D’Alfonso, che a giudizio dell’accusa non era presente nella seduta di giunta, sono indagati gli assessori regionali Silvio Paolucci, Marinella Sclocco, Dino Pepe e Donato Di Matteo, il segretario di giunta Fabrizio Bernardini e l’ex segretario particolare del presidente Claudio Ruffini. “Sono convinto che questa attività di accertamento consentirà l’emersione della verità – ha aggiunto D’Alfonso, a margine di una conferenza stampa convocata proprio per illustrare la sottoscrizione della concessione finanziaria riguardante il Parco delle Rose -. Non coltivo
risentimento perchè so che se c’è una denuncia va fatta l’attività di accertamento”.

Il presidente della giunta regionale ha sottolineato, inoltre, di “non coltivare pentimento per la determinazione che porto avanti nel raggiungere risultati di interesse collettivo. Questa attività di accertamento è figlia di un’attività di accertamento che mi diede più di un fastidio, perché riguarda un periodo della vita regionale durante la quale stavamo tratteggiando la grandezza del cratere sismico e le misure di supporto – ha aggiunto il governatore, riferendosi all’inchiesta madre avviata dalla procura dell’Aquila -. Quella inchiesta ha prodotto una richiesta di archiviazione e quando terminerà tutto renderò nota l’attività che c’è stata e non parlo di superficialità”. D’Alfonso ha poi affermato di essere dispiaciuto per “il livello di turbamento che altri con me patiscono. So, per esempio, che alcuni miei colleghi assessori sono particolarmente dispiaciuti e mi dispiace se questo dovesse determinare un rallentamento nell’azione realizzativa – ha rimarcato il presidente della giunta regionale -. Per il resto, il più piccolo dei miei figli, che ha 12 anni, non è riuscito a
comprendere l’oggetto della contestazione”.

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