“Ho letto le dichiarazioni di Febbo sulla bocciatura dei documenti abruzzesi da parte del tavolo ministeriale della sanità e deduco che, citando Flaiano, l’insuccesso deve avergli dato alla testa se non ha capito cos’era scritto chiaramente nel verbale del Ministero – così il capogruppo PD Silvio Paolucci – Se il suo pensiero dà voce a quello dell’esecutivo, oggi comprendo ancora meglio le ragioni dei forti rilievi ricevuti dai tecnici. Tuttavia c’è da dire che sin da quando era in minoranza Febbo dimostrava di non comprendere appieno le questioni sanitarie, infatti anche in questo caso prende lucciole per lanterne e temo che ciò spieghi anche il perché non gli sia stata mai affidata la delega alla Sanità a cui egli ambiva, già da tempo. Vero è che i rilievi sono chiarissimi. Dal caos sui contratti con i privati che rischia di riportare il comparto a quello che era prima del 2006, indietro di 14 anni, all’estrema genericità del piano sanitario e della rete ospedaliera, passando per la revoca sugli investimenti dell’edilizia e della “grave situazione finanziaria” al loro primo anno di gestione. Sono tutte questioni riguardanti la loro non-programmazione. Dall’altra parte ricordiamo bene l’aumento dello stipendio dei manager, o il ripristino dei rimborsi degli assessori oltre che le faide continue sulle poltrone, peraltro non ancora tutte definite.” ha continuato Paolucci.
“Il tavolo governativo non è politico, è un tavolo tecnico e di fronte a un documento generico non poteva fare altro che bocciare, perché in quello che il centrodestra ha presentato, la rivoluzione a cui accenna Febbo non c’è, o non si può fare. Questa è la storia. Il resto sono chiacchiere, quelle che il sempre aspirante assessore alla Sanità Febbo insieme ai suoi colleghi e alleati alimentano ormai da febbraio 2019” ha concluso Paolucci.