L’Aquila. Parole durissime quelle del segretario provinciale PSI Abruzzo, Gianni Padovani: “Il capitolo dei servizi sanitari è tra quelli più importanti non realizzati dall’attuale governo comunale dell’Aquila.
Si tratta in tutta evidenza di materia sensibile e prioritaria per la qualità della vita dell’intera comunità; ebbene l’Amministrazione uscente ha subito senza mai reagire lo strisciante depotenziamento dell’Ospedale San Salvatore dell’Aquila portato avanti dalla Regione Abruzzo a guida Marsilio. Altro che perseguire l’obiettivo di “hub di 2 livello” come declamato nel Programma del Sindaco uscente: il San Salvatore è sempre più dimagrito nel personale, nelle strutture e nelle funzioni e la sanità pubblica è il settore che si rivela a consuntivo come particolarmente deficitario nel rendiconto dell’Amministrazione uscente, soprattutto sotto il profilo della decantata “filiera virtuosa” che si sarebbe dovuta avviare con il Governo Marsilio a motivo dello stesso segno politico. Purtroppo la realtà è ben diversa ed è sotto gli occhi di tutti. Il caos ormai strutturale delle prenotazioni è oggetto di continue ed inascoltate lamentele da parte dei cittadini, poi la perdurante mancanza di risorse umane in molti reparti strategici, ed ancora il taglio dei posti letto a Neurologia e Stroke unit, problemi a Chirurgia ed Anestesia, allarmi non smentiti su neurochirurgia funzionale che soffre da due anni una procedura bloccata da Regione ed Asl.
Ritardi e melmose paludi burocratiche, una inerzia manageriale che fa pensare ad un disegno di complessivo ridimensionamento della Sanità del Capoluogo. Bloccata pure la convenzione tra l’Arma dei Carabinieri e la Asl, arenata in qualche ufficio nelle sabbie mobili di un immobilismo che diventa invece frenetico attivismo quando si tratta di tutelare altri interessi. Ulteriori problemi riguardano l’approvvigionamento dei materiali e dei farmaci che poi si riverbera sull’allungamento di liste d’attesa già lunghissime, un’anomalia non accettabile per pazienti che già devono sopportare una riduzione dei livelli di assistenza causa pandemia. Liste di attesa che si allungano anche per la mancanza di personale ospedaliero mentre, sulla medicina territoriale, sono bloccati dal 2021 i subentri dei medici di base con il rischio di chiusura di alcuni dei 6 presidi che insistono nell’aquilano. Nulla di fatto neppure sulla internalizzazione dei precari della Asl, attuabile con l’utilizzo di una società regionale in house, una soluzione che porterebbe a notevoli risparmi e darebbe dopo anni di precariato dignità e stabilità a molti lavoratori ad oggi impossibilitati a pianificare il futuro. Sulla pandemia il comprensorio aquilano non ha avuto investimenti specifici come l’ospedale Covid di Pescara e, nonostante abbia registrato il maggior numero di casi in rapporto alla popolazione, ha avuto meno del 10% delle risorse ordinarie stanziate dalla Regione per l’emergenza, costringendo la Asl1 ad una politica di forti risparmi e conseguente riduzione dei livelli di servizio.
Per farla breve, appare evidente l’inadeguatezza della Regione a gestire la sanità del Capoluogo che soffre di troppe e reiterate difficoltà strutturali, organizzative ed operative. A fronte di nessun miglioramento ed anzi del ridimensionamento dell’offerta di servizi sanitari nel nostro comprensorio cosa fa il Sindaco uscente? Invece di battere i pugni e pretendere il rispetto degli impegni dal Presidente Marsilio, suo compagno di partito, si limita a scrivere “letterine” al manager della Asl, alle quali segue quasi sempre il nulla pneumatico. E quando si tratta dei problemi del San Salvatore tutto si confonde, le priorità cogenti sono altre, c’è sempre la scusa pronta, tutto viene rinviato a tempi migliori. A rimetterci sono sempre gli aquilani, stanchi dei disservizi crescenti sinora compensati dallo spirito di abnegazione e sacrificio degli operatori sanitari che, seppure sotto organico, cercano in tutti i modi di supplire alle carenze del manager e della Regione.
A L’Aquila ma pure ad Avezzano, siamo davanti a intollerabili carenze nella gestione della Sanità. Come socialisti riteniamo che sia il momento di rimettere il cittadino al centro delle politiche sanitarie e sociali ed il primo passo da fare sarà cambiare l’Amministrazione del Comune dell’Aquila, ad oggi subalterna a scelte regionali che hanno dimenticato le aree interne. E’ urgente cambiare, perché gli aquilani meritano di più in termini di qualità di governo locale, e non solo sui servizi sanitari, rispetto al poco o nulla che abbiamo apprezzato negli ultimi cinque anni”.