SULMONA AQ – Tra i nomi più illustri della letteratura latina, Publio Ovidio Nasone occupa un posto di rilievo per la forza poetica, l’eleganza dello stile e la modernità dei suoi temi. Nato a Sulmona nel 43 a.C., Ovidio è considerato uno dei grandi maestri della poesia romana, accanto a Virgilio e Orazio. Il suo nome è indissolubilmente legato alla città abruzzese, che ancora oggi lo celebra come il suo figlio più illustre.Ovidio nacque a Sulmo (l’attuale Sulmona) il 20 marzo del 43 a.C., in una famiglia benestante di cavalieri romani. Sin da giovane mostrò un talento naturale per la parola e per la poesia. Dopo gli studi a Roma, dove si formò in retorica e diritto come era consuetudine per i giovani di buona famiglia, Ovidio scelse però di seguire la vocazione letteraria, abbandonando la carriera politica per dedicarsi interamente alla poesia.
Trasferitosi a Roma, Ovidio entrò in contatto con gli ambienti culturali e artistici dell’epoca augustea, distinguendosi subito per originalità e spirito raffinato. Tra le sue opere più celebri figurano:
“Amores”, una raccolta di elegie amorose di tono ironico e passionale;
“Ars Amatoria” e “Remedia Amoris”, veri e propri manuali sull’arte dell’amore e della seduzione, che gli procurarono grande fama ma anche problemi con l’imperatore Augusto;
“Metamorphoseon libri XV” (Le Metamorfosi), il suo capolavoro, un poema epico in quindici libri che raccoglie miti e leggende sulla trasformazione, dalla creazione del mondo fino alla divinizzazione di Cesare.
Con uno stile fluido, elegante e musicale, Ovidio seppe raccontare l’amore, la passione e la fragilità umana con una sensibilità che ancora oggi risulta sorprendentemente moderna.
Nell’anno 8 d.C., Ovidio fu improvvisamente esiliato da Roma per ordine dell’imperatore Augusto e relegato a Tomis, sull’attuale Mar Nero (oggi Costanza, in Romania). Le cause precise di questo esilio restano in parte misteriose: lo stesso poeta parlò di un “carmen et error” (“una poesia e un errore”) come motivi della sua condanna. Durante gli anni dell’esilio scrisse opere intrise di malinconia e nostalgia, come i “Tristia” e le “Epistulae ex Ponto”, in cui ricorda spesso la sua terra natale, Sulmona, con struggente affetto.
Ancora oggi, Sulmona conserva viva la memoria del suo poeta. Nel cuore della città si erge la statua di Ovidio in Piazza XX Settembre, simbolo del legame indissolubile tra il poeta e la sua città. Ogni anno la comunità celebra il “Certamen Ovidianum Sulmonense”, un concorso internazionale di latino dedicato agli studenti, e promuove eventi, mostre e iniziative culturali per mantenere vivo l’eredità del grande autore latino.
Ovidio morì in esilio intorno al 17 d.C., ma la sua voce poetica ha attraversato i secoli, influenzando profondamente la letteratura europea e l’arte del Rinascimento. Sulmona, con le sue radici antiche e il suo spirito culturale, continua a rappresentare il luogo da cui tutto ebbe inizio: la culla di uno dei più grandi poeti dell’antichità, che seppe trasformare il dolore e la passione in versi immortali.



