Città Sant’Angelo. Proseguono a ritmo serrato i lavori per la realizzazione del nuovo Ospedale di Comunità a Città Sant’Angelo, un intervento reso possibile grazie alla collaborazione tra il Comune angolano guidato dal Sindaco Matteo Perazzetti e la Asl di Pescara, finanziato attraverso un fondo Pnrr di circa 1,6 milioni di euro.
Il disegno prevede la riqualificazione del terzo piano del distretto sanitario presente all’ingresso del centro storico, dove verranno ricavati 20 posti letto, di cui uno pediatrico e una stanza singola. Tale struttura avrà una doppia funzione: da un lato quella di assicurare le cure di prossimità ai pazienti del luogo, anche attraverso delle degenze di breve periodo. Dall’altro, l’Ospedale di Comunità servirà per alleggerire il carico di lavoro dei pronto soccorso, filtrando tutti quei casi che possono essere gestiti direttamente nella struttura. Accanto ai posti letto ci saranno studi medici, infermieristici e i servizi. Tra le altre cose, i lavori riguardano anche la ristrutturazione della palestra presente al primo piano.
Il nuovo Ospedale di Comunità poi, andrà ad interfacciarsi in maniera diretta con gli ambulatori della medicina di base del gruppo Angulum, presenti al secondo piano, in modo da assicurare la massima assistenza ad ogni paziente.
Lunedì mattina, nel corso di un sopralluogo con Maurizio Valloreo, dottore di medicina di base del gruppo Angulum e già Assessore con delega alla Sanità, del dirigente Asl Luigi Lauriola, rup dei lavori, del geometra Achille De Flaviis e degli architetti della ditta Edilia Clelia Dell’Arciprete e Laura Di Scipio, si è fatto il punto sul cronoprogramma. Secondo gli addetti ai lavori, per l’inizio del 2026 la struttura sarà completata, in modo da poter essere allestita e messa a disposizione della cittadinanza.
“A due anni dall’apertura degli ambulatori della medicina di gruppo, ora anche il nuovo Ospedale di Comunità è pronto a diventare realtà per il nostro territorio> spiega il dottor Valloreo. “Il terzo piano del distretto verrà così dedicato alle degenze, con i medici di base pronti a fare da filtro per i pazienti. In questo modo, oltre a garantire cure di prossimità per le persone del territorio, si offre una valida alternativa utile a snellire il lavoro dei pronto soccorso”.