SULMONA – Il nuovo Ospedale dell’Annunziata di Sulmona ben si presenta nel nuovo ed innovativo edificio rimasto tal quale a quel 4 dicembre del 2018, quanto la Asl1 prese in consegna ufficiale la struttura sanitaria, prima totalmente antisismica della regione. Due anni per costruirlo, e venti milioni di euro, ben spesi indubbiamente in relazione alle dotazioni di assistenza, ed alla cura di ogni dettaglio che rende il plesso ospedaliero un fiore all’occhiello già di per sè.
Nei complessivi diecimila metri quadrati, con 160 posti letto trova posto un reparto che in questi ultimi anni è diventato una perla d’eccellenza della sanità abruzzese: parliamo nel caso in fattispecie dell’Unità di Ortopedia diretta dal Dott. Fabio Pasquale Lombardi, divenuto ufficialmente Primario nel marzo scorso, ma con precedenti analoghe funzioni di reggenza. Un impegno quello di Lombardi profuso per un lungo quinquennio, che da un reparto in situazione estremamente critica a livello strutturale ed organizzativo lo ha reso un modello da seguire. Sempre più spesso si parla di umana sanità, ma nondimeno di professionalità, metodo, cura del paziente. Tantissime sono le modalità di approccio per gestire al meglio funzioni delicate, in un reparto parimenti delicato. Tecniche innovative di interventi chirurgici, strumentazioni d’avanguardia, formazione ed un costante contatto del personale medico ed infermieristico che lavora in team. In questo reparto, oltre all’ordine, a risposte certe sul decorso e sulla situazione dei pazienti non rese certo frettolosamente, l’autorevolezza di chi svolge le proprie funzioni ben si coniuga con l’aspetto umano e con protocolli specifici di cura. Nel reparto la caposala Giuseppina Giammarco si nota per schiettezza, cordialità e per il metodo organizzativo seguito da tutto il team.
Nel complesso generale, l’accesso a questo reparto, così come per gli altri in ragione di disposizioni dell’azienda sanitaria è regolato e controllato in reception portineria. Per visitare i pazienti ricoverati bisogna prenotarsi, o telefonicamente o di presenza e gli accessi in stanza e/o reparto sono disciplinati in maniera tale da non congestionare le stanze facendo alternare i visitatori. Una soluzione che a primo impatto potrebbe sembrare eccessivamente restrittiva, ma se si considera che il bene dei pazienti e la tutela dei luoghi di lavoro è maggiormente garantito la si accetta con spirito di collaborazione. Se dunque la malasanità è sempre in cronaca, è giusto parimenti esaltare, ove constatate le potenzialità sanitarie laddove espresse.