L’Aquila. Dalla raccolta firme europea per l’origine obbligatoria su tutti gli alimenti alla fauna selvatica, passando per le questioni ancora aperte in Europa e arrivando alla moratoria dei debiti a favore delle aziende agricole che hanno investito e che in questi ultimi due anni hanno subito l’aumento dei tassi di interesse e forti problemi reddituali.
Domani 30 aprile sarà la giornata dell’orgoglio Coldiretti, con non meno di 50mila agricoltori in tutte le province d’Italia che, da nord a sud si mobiliteranno per riunirsi in 96 assemblee per costruire, partendo dalla base, le prossime battaglie che vedranno Coldiretti impegnata nei mesi che verranno in vista anche delle elezioni europee. Tutto nell’anno delle celebrazioni degli 80 anni della più grande associazione agricola d’Italia e d’Europa. In Abruzzo sono coinvolte le province di Pescara, Chieti, Teramo e L’Aquila in cui si svolgeranno le assemblee provinciali coinvolgendo i consigli direttivi, i giovani, le donne e i pensionati dell’organizzazione.
- A Pescara l’evento è previsto alle 10.00 nel museo delle genti d’Abruzzo (auditorium Petruzzi): parteciperà il presidente regionale Pietropaolo Martinelli, il direttore regionale di Coldiretti Abruzzo Roberto Rampazzo, il presidente di Coldiretti Pescara Giuseppe Scorrano.
- A Teramo si svolgerà alle 15 nel Blu Palace hotel di Mosciano Sant’Angelo: parteciperanno il presidente provinciale Emanuela Ripani e il direttore Roberto Rampazzo, oltre naturalmente a tutto il consiglio direttivo.
- A Chieti l’evento si svolgerà alle ore 18 nel polo museale Santo Spirito di lanciano: i lavori saranno coordinati dal presidente Pier Carmine Tilli e dal direttore Luca Celestino.
- A L’Aquila la cerimonia è prevista alle ore 18.30 nell’auditorium E. Fermi di Celano alla presenza del presidente Alfonso Raffaele e del direttore Domenico Roselli.
A tutte le assemblee parteciperà Alessandro Apolito, capo del servizio tecnico della Confederazione nazionale.
Domani, in tutte le aziende agricole sventoleranno le bandiere gialle e campeggeranno in giro per l’Abruzzo striscioni legati alle richieste contro le importazioni sleali, il falso made in Italy o quella per la richiesta di un piano invasi che, soprattutto in questo periodo storico, può e deve diventare ottantesimo anniversario di Coldiretti coincideranno in Abruzzo con l’inizio della raccolta firme per una legge popolare europea per garantire trasparenza sulle etichette di tutti gli alimenti con l’abolizione del codice doganale per l’origine dei cibi che deve diventare una priorità.
“Non è più accettabile, spiega Coldiretti, assistere a scene come quelle vissute durante la mobilitazione del Brennero, dove si è visto arrivare dei prosciutti, del concentrato di pomodoro, della frutta o della verdura e diventare con l’ultima trasformazione sostanziale a tutti gli effetti dei prodotti italiani. Il 30 aprile sarà l’occasione per rilanciare l’impegno a denunciare alle istituzioni e ai cittadini consumatori, che non si può non stare dalla parte dei produttori agricoli che si impegnano ogni giorno a portare sulle tavole degli italiani le eccellenze dei nostri territori e a fermare l’arrivo incontrollato di prodotti dall’estero”.
Un altro dei temi principali che sarà affrontato durante le assemblee, sarà come detto quello della fauna selvatica incontrollata, diventata da tempo -come evidenziato più volte da Coldiretti- un’emergenza non solo regionale dal punto di vista agricolo e della sicurezza. I cinghiali e altre specie stanno divorando il lavoro degli agricoltori e allevatori, spesso costretti ad abbandonare i propri territori. Mancano i piani regionali straordinari di controllo e degli strumenti normativi efficaci per difendere il territorio da una vera e propria invasione che sta mettendo a rischio un comparto se pensiamo a quello che sta accadendo con la peste suina in alcune province italiane. Per questo Coldiretti ha già chiesto un intervento immediato per fermare la diffusione della peste suina e tutelare un settore che è uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy a tavola, con un valore tra produzione e indotto di circa 20 miliardi di euro e centomila posti di lavoro e con la fauna selvatica che è praticamente l’unico vettore di diffusione della peste suina.