L’Aquila. “Nell’esprimere il cordoglio alla famiglia, agli amici e ai colleghi dell’operaio morto oggi al porto di Ortona ritorniamo a denunciare che siamo di fronte a una strage inaccettabile e quotidiana.”
Così, in una nota, Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, coordinamento nazionale di Unione Popolare. “L’autorità giudiziaria”, continua, “dovrà stabilire se vi siano responsabilità nell’incidente mortale che configurano ipotesi di reato. Segnalo che in caso si riscontrassero responsabilità penali le pene sarebbero irrisorie per i responsabili come si è visto nel caso della povera Luana D’Orazio orrendamente stritolata da un macchinario a cui erano state tolte le protezioni. Oltre alle lacrime di coccodrillo la politica dovrebbe intervenire.”
“Per questo noi di Rifondazione Comunista e Unione Popolare proponiamo di introdurre nel codice penale il reato di omicidio e lesioni sul lavoro con pene dai 10 ai 18 anni. La sicurezza sul lavoro deve diventare una priorità e un assillo a partire dai controlli che sono reali solo se si assumono almeno 10.000 ispettori. Inoltre c’è bisogno di dare più garanzie e poteri ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza”, conclude.
Incidenti sul lavoro, operaio muore colpito dal gancio di una gru