Venezia. In questa fase del procedimento, è improbabile che venga disposta nei confronti di Filippo Turetta, in carcere per l’omicidio di Giulia Cecchettin, una perizia psichiatrica tesa ad accertare una eventuale incapacità di intendere e volere, anche parziale, al momento dei fatti. Mancano pregresse diagnosi di problemi mentali, né le prime valutazioni psicologiche e psichiatriche condotte in carcere risulterebbero utili a tale fine.
La difesa potrebbe quindi ricorrere al contributo di un consulente di parte, che raccolga materiale eventualmente atto a motivare una successiva richiesta di perizia.
Nel corso dell’interrogatorio tenutosi ieri, Turetta ha rilasciato al Gip dichiarazioni spontanee nelle quali ha ammesso l’omicidio e si è detto “affranto” e pronto a “pagare” per quanto commesso. Da ulteriori dichiarazioni del giovane sembrerebbe evincersi – ipotizza l’Ansa – una strategia difensiva mirata a escludere la premeditazione – su cui punta la Procura di Venezia – ed a verificare appunto la sussistenza di eventuali vizi di mente. “Sto cercando di ricostruire nella mia memoria”, ha affermato tra l’altro il 21enne, “le emozioni e quello che è scattato in me quella sera.”
L’indagine deve ancora chiarire vari aspetti della vicenda, come le modalità dell’aggressione e della lunga fuga del giovane dopo il fatto. Non è ancora chiaro se, nei prossimi giorni, il giovane sceglierà o meno di rispondere alle domande del Pm Andrea Petroni.
Giulia Cecchettin, Turetta davanti al Gip piange e ammette l’omicidio