Pescara. “Nel quarantennale della morte di mio padre, qualcuno ha messo in giro voci circa la pista della P2 per l’omicidio Alessandrini. Magari è suggestivo dal punto di vista giornalistico però io penso che sia una sciocchezza”. Lo ha detto Marco Alessandrini, figlio del giudice Emilio Alessandrini, il magistrato ucciso da un commando di Prima Linea, a Milano, il 29 gennaio del 1979, oggi pomeriggio nel tribunale di Pescara, nel corso dell’incontro “I diritti infranti: strategie del terrore e le risposte dello Stato”, al quale hanno partecipato anche Alessandra Galli e Benedetta Tobagi, figlie del giurista Guido Galli e del giornalista Walter Tobagi, entrambi assassinati da Prima Linea a Milano nel 1980.
“Non amo le dietrologie, non amo i complottismi, penso che il terrorismo in Italia sia stata una cosa molto complicata perché era una galassia in cui c’era di tutto, dallo stragismo all’omicidio politico selettivo, dal terrorismo rosso a quello nero”, ha aggiunto Alessandrini, “su Prima Linea, l’organizzazione che tecnicamente ha assassinato i nostri genitori, c’è una verità giudiziaria scritta, che magari non ci piace e sicuramente non ci è piaciuto il fatto che siano stati concessi dei pesanti sconti di pena, però quella partita è stata definita”.