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Ome se nasce brégante se mòre: tanti turisti e non solo per il teatro itinerante a Castel del Monte

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
1 Agosto 2016
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L’Aquila. Nella bellissima serata di sabato, 30 luglio, si è tenuta la rappresentazione storico-teatrale a Castel del Monte ome se nàsce bregànte se mòre. Si è giunti, quest’anno, alla sesta edizione. “Brigante se more” è il titolo di un famosa canzone degli anni Settanta del gruppo Musicanova, “un brano che ha portato alla luce un argomento tabù della nostra storia, perso nella memoria poiché sui briganti non si sa nulla, si sono perse tutte le tracce di ciò che cantavano sulle montagne quando si nascondevano poiché, di ogni singolo caso, sono state cancellate le documentazioni”, come spiegò l’autore Eugenio Bennato. Nel paese, che è fra i borghi più belli d’Italia, l’Associazione Culturale Castrum Monti ha allestito lo spettacolo in varie piazzole di antica fattura medievale. Sono scene di fatti reali che si sono succeduti subito dopo l’Unità d’Italia. La rievocazione parte dalla realtà di allora, quando nelle Terre 13874706_995102100588398_1748121101_ndella Baronia di Carapelle e del Principato di Castel del Monte, avvenivano continui soprusi ai danni della povera gente, ai danni dei nostri cafoni. Descrive il fenomeno del brigantaggio e le contraddizioni dell’Unità attraverso dei veri e propri “scorci sociali”, catapultando il pubblico nelle case dei pastori, sulle montagne impervie roccaforti dei briganti, fino ad arrivare nei palazzi del potere, tra baroni, generali e cardinali. Per fare questo, l’autore del testo, Mario Basile ed i suoi collaboratori, si sono serviti del valido aiuto della regista Manuela del Beato, che egregiamente ha rivitalizzato quelle che sulla carta erano solo parole ben scritte. Si potrebbe dire una rappresentazione “verista”, colorata dall’unicità di alcuni dialetti presenti nel nostro sud, come il siciliano, il napoletano, o il dialetto bariscianese di alcuni attori provenienti dall’Associazione Culturale “il Sito”. Ma il protagonista indiscusso è stato il dialetto castellano, parlato dalla maggioranza degli attori, misto di arabo, latino e longobardo e forse, anche di greco. Certo una grande sorpresa, in questa splendida ricchezza linguistica, l’affacciarsi tra il pubblico del pashto afghano e pakistano. Sono alcuni dei migranti e rifugiati del progetto SPRAR (ARCI-ANCI) di Castel del Monte, che hanno dimostrato come si possa davvero stare tutti insieme: turisti, paesani, migranti e… briganti. @DiegoRenzi e Adriano Sabatini

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