Pescara. Il sottosegretario alla presidenza della Regione, Mario Mazzocca rende noto che con delibera n. 683 del 6 settembre 2018 è stato adottato il Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE) contenente il Rapporto Ambientale e la Valutazione di Incidenza Ambientale. “L’adozione del Piano”, ha spiegato, “rappresenta un nuovo importante tassello del mosaico che l’esecutivo regionale ha disegnato nella prospettiva dell’economia circolare, ispirandosi ai principi della sostenibilità economica, sociale e ambientale”.
“La sua coerenza con la Carta di Pescara e il Piano di Gestione Integrata dei Rifiuti, che hanno al centro il principio della sostenibilità, del riuso e del risparmio del suolo, rappresenta una chiara indicazione sulla strada che l’economia abruzzese deve perseguire negli anni a venire”. Secondo il sottosegretario, si tratta del decimo strumento di pianificazione territoriale prodotto dall’attuale governo regionale, tra i quali sottolinea l’importanza del Piano Rifiuti, che ha consentito all’Abruzzo di uscire dalla settima procedura d’infrazione europea. Mazzocca ha poi comunicato che è in via di adozione il Piano di Adattamento ai Cambiamenti Climatici che “completa un’opera di programmazione e pianificazione con pochi precedenti nella storia della nostra Regione”.
Con la pubblicazione sul sito della Regione Abruzzo di tutta la documentazione per eventuali osservazioni si avvia alla conclusione la procedura per la piena operatività del Piano a 34 anni dall’approvazione della L.R. n.54 del 1983 che disciplinava le attività estrattive nella nostra regione. Anche in questo settore vanno praticati i dettami dell’economia circolare da realizzare attraverso il riutilizzo degli scarti, anche di altre lavorazioni comprese le demolizioni, per ottenere materiali per da utilizzare in edilizia, favorendo il rapporto equilibrato tra le attività estrattive e i reali fabbisogni dell’economia regionale.
Secondo mario Mazzocca, il Piano approvato dalla Giunta regionale privilegia l’ampliamento e il completamento delle attività esistenti rispetto all’apertura di nuove cave, in modo da risparmiare il suolo. Inoltre sono resi molto più stringenti i vincoli per il ripristino ambientale delle cave una volta che queste abbiano esaurito la propria funzione. La normativa approvata stabilisce inoltre che tutta l’attività estrattiva dovrà essere compatibile con la tutela del paesaggio e degli altri beni comuni, come l’acqua, il suolo e l’ambiente: “A tale scopo”, conclude , “saranno posti vincoli puntuali riferiti alle condizioni specifiche di ogni sito e sarà incentivato il ricorso alle certificazioni ambientali delle attività estrattive”.