Pescara. Un futuro nero, che stride con il candore dei panorami innevati, habitat dell’orso polare: inquinamento e scelte politiche scellerate stanno conducendo l’umanità a un passo dalla catastrofe.
Il cambiamento climatico non aumenta solo il rischio di estinzione per le specie, ma anche i possibili conflitti tra fauna selvatica e uomo. Gli animali cercano nuove risorse per adattarsi alla rapida diminuzione degli habitat e spesso le risorse più facili da trovare sono negli insediamenti umani.
A Roma accade con i gabbiani, in Russia -alcuni giorni fa- circa cinquanta orsi polari hanno invaso la città di Belushya Guba, nell’arcipelago di Novaya Zemlya (regione Artica), costringendo le autorità locali a dichiarare lo stato di emergenza.
Gli orsi si avvicinano agli insediamenti umani proprio per cercare cibo di facile accesso: le banchise polari si stanno assottigliando e gli animali non riescono più a cacciare foche per nutrirsi.
Il periodo più importante per l’alimentazione degli orsi polari è proprio la stagione estiva, quando devono mangiare grandi quantità di grasso di foca, accumulando le riserve per i mesi più freddi e difficili. Il riscaldamento del pianeta sta portando a una drammatica riduzione dei ghiacci marini estivi, riducendo l’habitat di caccia della specie. Se il riscaldamento del pianeta continuerà a questa velocità, già nel 2040 per l’orso polare potrebbe non esserci più ghiaccio marino estivo.
La scomparsa dell’habitat e la speranza di trovare nuove fonti di cibo portano questo schivo predatore ad avvicinarsi ai centri abitati dall’uomo, mettendo a rischio la sua vita e la sicurezza delle comunità.
In occasione della Giornata Mondiale dell’orso polare, che si celebra il 27 febbraio di ogni anno, il WWF racconta come, sulla costa orientale della Groenlandia, stia aiutando orsi polari ed esseri umani a vivere in spazi sempre più vicini, garantendo la sicurezza e la sopravvivenza di entrambi.
Il WWF ha lavorato e lavora tuttora con i governi e le comunità artiche per limitare i rischi per orsi polari e persone.
Oggi l’associazione continua a sostenere squadre in Alaska, Canada, Groenlandia e Russia. In genere, quando la pattuglia incontra un orso vicino a una comunità, cerca per prima cosa di allontanarlo con il rumore del motore dell’ATV o degli spari di fucile.
“Si devono trovare soluzioni pacifiche alla presenza di orsi vicino agli insediamenti umani, lasciando l’abbattimento solo ai casi estremi di difesa personale- spiega Isabella Pratesi, direttore conservazione del WWF Italia. Le soluzioni possono essere la messa in sicurezza delle risorse di facile accesso, come rifiuti organici che attirano gli orsi, e lo sviluppo di tecniche di dissuasione nei casi specifici di orsi che frequentano assiduamente i luoghi abitati”.
In Groenlandia il WWF sta lavorando per rendere i villaggi abitati meno attraenti per gli orsi, attirati soprattutto dal cibo.
Per assicurare un futuro all’orso, quindi, è necessario prima di tutto lottare contro i cambiamenti climatici, puntando sulle energie da fonti rinnovabili e tagliando drasticamente le emissioni di CO2, responsabili del riscaldamento globale.
Oggi la popolazione di orsi polari è stimata tra i 22mila e 31mila individui, il 60% dei quali si trovano in Canada. Alcuni studi, basandosi sul trend di fusione dei ghiacci polari e sulla drammatica scomparsa dell’ habitat idoneo e delle sue risorse, stimano che entro i prossimi 35 anni rischiamo di perdere il 30% della popolazione di orso polare esistente.
Perciò, nella giornata internazionale dell’orso polare, il WWF lancia l’allarme rosso: è possibile dare il proprio contributo alla causa anche solo con 30 euro, adottando un esemplare della specie tutelata e ottenendo un bel kit. Tutte le info sul sito www.wwf.it.