Teramo. Anche all’Abruzzo fanno paura le nuove scosse di terremoto che si sono verificate nella notte tra sabato e domenica nelle Marche suscitando preoccupazione nelle regioni vicine, a poco più di tre anni dal sisma che nell’agosto 2016 devastò ampie aree del centro Italia. Torna l’allarme e la preoccupazione soprattutto nelle zone in cui si scontano i ritardi della ricostruzione e dove si fatica a guardare il futuro con ottimismo.
“C’è paura soprattutto per l’economia e per il lavoro delle zone più interne dell’Abruzzo, dove si registrano ancora alcune difficoltà con il turismo e con i numeri delle vendite della produzione locale di agricoltori e allevatori”, spiega Emanuela Ripani, presidente di Coldiretti Teramo e allevatrice terremotata, “la terra è tornata ancora a tremare ricordandoci un passato che stiamo cercando, con fatica, di dimenticare. In Abruzzo per certi versi è ancora lontano il ritorno alla normalità, soprattutto se pensiamo alle difficoltà delle popolazioni locali e alla necessità di far tornare i turisti, oltre naturalmente ai pesanti ritardi della ricostruzione. Molte aziende, soprattutto in provincia di Teramo, hanno chiuso i battenti impossibilitate ad andare ad avanti. Altre hanno invece rilanciato aprendo una fase di rinascita che però ha in sé tantissime difficoltà che vanno superate e sostenute da parte delle istituzioni nel breve periodo”.
Coldiretti Abruzzo ricorda che, nelle zone del terremoto, c’è una significativa presenza di allevamenti di mucche, pecore e maiali e un rilevante indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi dai quali si ottengono specialità di pregio conosciute in tutto il mondo. Ma anche l’agriturismo è un settore presente nel cratere con ben 444 strutture di cui 42 in Abruzzo con particolare riferimento alle province di Teramo e L’Aquila. “L’allevamento e l’agriturismo sono i due settori maggiormente colpiti dalle conseguenze del terremoto e, nonostante con il tempo abbiano ricominciato a dare segnali di ripresa, scontano ancora la paura e l’incertezza. Basti pensare ai moltissimi turisti che, se una volta sceglievano per le proprie vacanze la nostra regione, oggi ci pensano due volte”, sottolinea la Ripani, “è necessario quindi lavorare con il supporto delle Istituzioni per rilanciare una regione dalle grandissime potenzialità. Oggi più che mai è necessario promuovere una nuova idea di Abruzzo legata alla sue bellezze architettoniche, naturalistiche e paesaggistiche ma soprattutto alla qualità del suo cibo e delle sue produzioni che non hanno da invidiare niente a nessuno”.

