Ortona. Dopo le proteste e le diffide delle associazioni ambientaliste riunite in un apposito Comitato “Dune Bene Comune”, la lettera dell’Ufficio parchi della Regione e dopo i primi due ricorsi presentati al TAR Abruzzo da privati anche la Soprintendenza Regionale del Ministero per i beni culturali è intervenuto con una nota. Le associazioni avevano richiesto ripetutamente al Comune di Ortona di “tornare sui propri passi” annullando, per vizi di forma e di sostanza, l’avviso pubblico per il rilascio di 8 nuove concessioni balneari oltre alle 2 già esistenti, localizzate nel tratto di costa sabbiosa più naturale ed integro della Regione Abruzzo nel quale non a caso si concentra il maggiore nucleo nidificante del raro Fratino, un uccello tutelato anche da una Direttiva comunitaria.
La Soprintendenza con la propria nota conferma la eccezionalità ambientale dell’area delle dune di Ortona, e la necessità di tutelarle e scrive al Comune di Ortona rilasciando un parere autorizzatorio che di fatto impedisce la realizzazione di stabilimenti balneari, seppure temporanei, poiché vieta la posa in opera di qualsiasi struttura anche amovibile nonché qualsiasi allaccio a reti idriche ed elettriche. La bellezza della spiaggia determina, quindi, la necessità di salvaguardare quella peculiare sensazione di trovarsi in un’area naturale. Pensare di farci stabilimenti balneari o similari è nei fatti incompatibile con il mantenimento nelle aree dunali perché servirebbero interventi strutturali anche per garantire quelle condizioni di igiene e sicurezza tipiche di queste attività di servizi.
Per la disposizione degli ombrelloni inoltre, al fine di una maggiore tutela ambientale e paesaggistica, viene imposto un utilizzo del tutto minimale con distanze tra gli stessi non inferiore ai 10 metri, mentre per la pulizia della sabbia è permesso solo l’asporto manuale e senza l’utilizzo di rastrelli. Il parere vincolante espresso dalla Soprintendenza appare quindi come un ulteriore strumento per indicare al Comune una nuova via da percorrere in coerenza con la normativa vigente e con tempi, modalità e criteri più razionali e congrui con le esigenze di tutela e di vera e duratura valorizzazione di una delle ultime spiagge libere dell’Abruzzo.