Pescara. Lo scorso 20 settembre, la Regione Abruzzo e il Comune di Pescara, con la firma di un protocollo d’intesa, hanno stabilito di destinare una porzione dell’Area di Risulta di Pescara alla realizzazione della nuova sede unica della Regione Abruzzo.
Ma, in Consiglio comunale, il Sindaco Carlo Masci, nel rispondere all’interrogazione del Movimento 5 Stelle sull’argomento, ha di fatto ammesso di non sapere quante saranno le sedi regionali nella nostra città, contrariamente al protocollo firmato: “Per quanto riguarda le varie sedi la risposta purtroppo non posso darla io – ha detto Carlo Masci in aula – perché è una scelta della Regione e deciderà la Regione cosa fare e poi, quando ce lo comunicherà, sapremo se e come intenderà dislocare gli uffici nella città di Pescara”.
“Purtroppo, con questa amministrazione e questo Sindaco, Pescara non ha più rilievo e voce in capitolo nei tavoli istituzionali e nei confronti con gli investitori privati – commenta la consigliera del Movimento 5 Stelle Erika Alessandrini – nemmeno in quelli nei quali si pianifica e programma il futuro della nostra città: vedasi l’area di risulta nella quale la Regione la fa da padrona, l’ex Cofa nella quale l’Università D’Annunzio decide di stravolgere la pianificazione votata anni fa dal Consiglio comunale, l’albergo sulla riviera sud, un palazzone di 30 metri sulla spiaggia voluto da De Cecco in deroga alle altezze del lungomare, il supermercato al posto della ex Di Bartolomeo in viale Pindaro invece di una piazza e servizi per gli studenti universitari”.
Sul futuro della sede della Regione Abruzzo è stata presentata nell’ultimo Consiglio comunale un’interrogazione del Movimento 5 Stelle per capire quale dei due documenti dicesse la verità tra il progetto dell’area di risulta e il protocollo d’intesa firmato da Comune e Regione Abruzzo, considerando che nemmeno i diretti interessati hanno saputo manifestare certezze e scenari credibili per la trasformazione più importante del centro della città di Pescara.
In effetti nel rispondere a un’osservazione pervenuta nel procedimento di Valutazione di impatto ambientale il Comune di Pescara sostiene che “a seguito di interlocuzione con il Comitato Tecnico istituito successivamente alla sottoscrizione del Protocollo d’intesa, è emerso che nella sede regionale nell’area di risulta non saranno insediati tutti gli uffici regionali compresi quelli delle strutture politiche, nonché di gran parte delle società partecipate né ci saranno attività di front-office”. Mentre il protocollo d’intesa firmato tra Comune e Regione per la nuova sede regionale a Pescara nasce proprio per la realizzazione di una sede unica degli uffici della Regione Abruzzo.
“In mezzo alla questione sembra sia capitato quasi per caso un balbettante Carlo Masci – affermano i consiglieri pentastellati Paolo Sola e Massimo Di Renzo – che non avendo capito quali saranno le scelte della Regione Abruzzo sulla città da lui stesso presumibilmente amministrata ha candidamente affermato in consiglio comunale che è in attesa delle decisioni che la Regione gli comunicherà, nonostante lui stesso abbia siglato un accordo che prevedeva una sede unica nell’area di risulta.”
La questione è tutt’altro che secondaria, considerando che in Regione Abruzzo a Pescara lavorano quasi mille persone e altre migliaia vi si recano quotidianamente generando traffico veicolare, esigenza di parcheggi e necessitando di servizi che il Comune dovrà erogare e garantire. Scelte strategiche che determinano investimenti e servizi che ricadranno su tutta la comunità pescarese.
“Come nel caso di viale Marconi, non basta spendere soldi pubblici per fare il bene della città – concludono i consiglieri Alessandrini, Sola e Di Renzo – “Dopo quattro anni dal suo insediamento Carlo Masci dovrebbe rendersi conto fare il Sindaco non vuol dire soltanto presenziare a eventi e tagliare nastri di iniziative il più delle volte nemmeno organizzate da lui, come la tanto decantata demolizione del Ferro di Cavallo, operata da Ater e Regione e non dal Comune di Pescara. Pescara ha bisogno di un Sindaco che la rappresenti degnamente e autorevolmente, altrimenti continueranno i sacrifici di territorio imposti dall’investitore di turno che stanno trattando la nostra città come gli invasori spagnoli in America che hanno illuso gli inesperti indigeni con qualcosa di luccicante e scambiando l’oro con lo stagno”.