Villetta Barrea. Davanti agli occhi abbiamo ancora le scene surreali dell’orso Juan Carrito a Roccaraso, dove i turisti lo chiamavano da lontano appellandolo “amore mio”. Un orso poi morto, schiacciato contro un guard rail della Superstrada.
Ed ecco nuove immagini che esprimono tutte le contraddizioni d’Abruzzo, tra una sfaccettatura e un’altra, tra chi insegna conservazione e sostenibile convivenza tra uomo e fauna selvatica, chi invece continua a lucrare in qualche modo sulla presenza di orsi e cervi come “attrazione turistica” e chi invece, abituato solo al traffico delle grandi città, non capisce che se un cervo con un palco fa un movimento repentino può uccidere.
Ci sono addirittura bambini, nelle immagini postate pubblicamente su Facebook da Alessandra Balzano, si vedono uomini che raccolgono frutta per avvicinare il cervo, altri che lo accarezzano e, immancabili, altri ancora che fanno foto e video per i social, incuranti del pericolo cui si espongono e espongono i più piccoli.
Tornano gli stalker dell’orso Juan Carrito: le nuove riprese al grido “amore mio quanto sei bello”
Gli stessi video sono stati poi condivisi dallo zoologo Paolo Forconi, che ancora una volta parla di fallimento della comunicazione del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. I video sono girati a Villetta Barrea, il paese simbolo del “re del bosco”, finito anche nell’ultimo film di Riccardo Milani. In una scena il cervo incontra in uno stretto viale il protagonista Antonio Albanese, che però, grazie alla regia dell’immenso Milani, fa semplicemente un passo indietro, senza avvicinarlo. Una piccola lezione.
Sta di fatto che in Abruzzo a mancare è ancora una volta il buon senso e la consapevolezza delle buone pratiche che porterebbero al rispetto della fauna selvatica e di quello per gli uomini. Lo stesso che gli abruzzesi di altre epoche hanno sempre avuto nei confronti degli animali. Prima dell’avvento degli smartphone, dei social e dello stress da città metropolitane.
Davanti a queste immagini già si è di fronte a un innegabile disagio ma le contraddizioni non finiscono qui. Perché è di solo qualche giorno fa la notizia che in Abruzzo 500 cervi saranno abbattuti. Sono troppi. E così, dopo gli interventi di politici di destra, sinistra, centro, amministratori di ogni ordine e grado, di ambientalisti e animalisti, la Regione comunque non si ferma: i cervi, quelli che i turisti vengono ad accarezzare davanti alla fotocamera e che finiscono inconsapevoli su Facebook e Instagram, vanno abbattuti. Sono troppi e basta.