L’Aquila. Sulla riforma dell’articolo 5 della legge regionale n. 42/2013 sulla polizia locale non si fermano le polemiche. La modifica, approvata di recente, consente di nominare comandanti anche tra dirigenti estranei al corpo o provenienti da altri comuni, suscitando forti critiche da parte della Fp Cgil Abruzzo e Molise.
“Era il 4 giugno 2020” dichiara Luca Fusari, Segretario generale Fp Cgil Abruzzo Molise, “la Regione Abruzzo affermava che ‘la funzione di comandante è incompatibile con lo svolgimento di altre funzioni o incarichi all’interno dell’Ente di appartenenza’ e che tale norma ‘deve essere letta in combinato disposto con l’art. 1, c. 121, della legge di stabilità 2016’”.
Ora, continua la Fp Cgil, “si sconfessa quanto affermato poco tempo fa, Presidente sempre Marsilio, ribaltando le considerazioni che avevano portato alla previsione normativa dell’art. 5 senza consultare né le OO.SS., né il Comitato consultivo della Polizia locale, che ha funzioni di consulenza tecnica e di supporto operativo all’attività della Giunta regionale in materia di polizia locale”.
Il sindacato ha già inviato una nota alle autorità competenti – Prefetto, Procura, Regione e Consiglio regionale – sottolineando “il contrasto con la normativa nazionale della riforma dell’art. 5 della l.r. 42/2013” e chiedendo al Prefetto di L’Aquila, in qualità di Commissario del Governo, di informare il Governo degli effetti della novella legislativa per valutare la legittimità costituzionale della norma.
Alla Regione Abruzzo la Fp Cgil chiede di “abrogare la norma introdotta, nottetempo, con l’emendamento censurato”. Al Sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, infine, viene richiesto di sostenere la “richiesta di abrogazione della norma e la convocazione del Comitato consultivo della Polizia locale, organo preposto per esaminare nel merito le eventuali criticità della legge regionale e porvi rimedio”.
“È questo il percorso giusto, non fare un emendamento nato male nei contenuti e nei modi e approvato alla chetichella senza una discussione che coinvolgesse le OO.SS. e l’organo tecnico rappresentativo delle parti”, conclude Fusari.