Pescara. “Ieri l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ha approvato, con il nostro voto contrario, la Deliberazione n. 193, con cui vengono tolte le funzioni gestionali al dirigente capo di gabinetto della Presidenza del Consiglio, funzioni che gli erano state precedentemente attribuite con la Deliberazione n. 102 del 23 luglio 2024”, dichiara Blasioli.
Proseguendo nella ricostruzione della vicenda, Blasioli afferma: “Il pasticcio nasce dal fatto che il nuovo dirigente capo di gabinetto, nominato con decreto del Presidente del Consiglio regionale n. 41 del 15 novembre 2024, era ed è componente del CREA, la Fondazione Eventi del Consiglio regionale. Per cui, in base alla Legge Severino, si pone un problema di inconferibilità a causa del necessario anno di raffreddamento prima di poter assumere un nuovo incarico.”
“In più occasioni,” sottolinea Blasioli, “sia in Ufficio di Presidenza che nel dibattito in Consiglio, siamo intervenuti sulla Fondazione Eventi del Consiglio regionale – istituita con L.R. 25 gennaio 2024 n. 4 e formata da tre componenti, nominati in tutta fretta dalla sola maggioranza qualche ora prima delle elezioni regionali del 10 marzo 2024 – mettendo in evidenza non solo la mancata rappresentatività dell’opposizione per un incarico che, ricordo, essere gratuito, ma anche la gestione altalenante di taluni eventi, a seconda della ‘luna di miele’ in seno alla maggioranza.”
Blasioli continua: “La gestione degli eventi propri della Presidenza del Consiglio regionale, ovvero Festival Dannunziano, Festival della Transumanza e Festival del Medioevo, è passata dal Consiglio alla Giunta (in particolare all’Assessorato alla Cultura), che però si è servito del CREA per l’organizzazione degli eventi legati al Giubileo 2025, come da recentissima Delibera n. 803 del 3 dicembre 2024. Fa quindi strano sentire il Presidente del Consiglio regionale tuonare contro la Giunta regionale per il commissariamento di ARAP, che non garantirebbe nel CdA la presenza delle minoranze, salvo poi vietare la partecipazione alle minoranze proprio nel CREA, che fa parte del massimo organo rappresentativo del Consiglio regionale.”
Proseguendo con la critica al percorso che ha portato all’approvazione della Deliberazione n. 193, Blasioli dichiara: “Non è esente da critiche neanche il percorso che ha portato ieri l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale a esprimersi sulla Deliberazione n. 193. Intanto, l’integrazione dell’ordine del giorno è avvenuta a sera inoltrata del giorno precedente la convocazione, quando era difficile approfondire la questione e gli uffici erano ormai chiusi. Solo allora abbiamo ricevuto la proposta di Deliberazione che intendeva rimuovere al dirigente capo di gabinetto le funzioni gestionali attinenti al Gonfalone e alla gestione giuridica del personale delle segreterie politiche. Ma il motivo che ha determinato questa inversione di rotta rispetto alla Deliberazione n. 102 non era affatto esplicitato.”
“La ragione va ricercata,” spiega Blasioli, “in un recentissimo parere dell’ANAC, sicuramente sconosciuto ai componenti di opposizione dell’Ufficio di Presidenza e non richiamato nell’atto da deliberare, espresso lo scorso 28 novembre su richiesta del Responsabile dell’Anticorruzione del Consiglio regionale. Il dirigente in questione, infatti, con la nota del 23 ottobre 2024, aveva interrogato l’Autorità Nazionale Anticorruzione per avere conferma delle precedenti pronunce sull’applicabilità delle norme in materia di inconferibilità, in particolare il Provvedimento n. 4 del 10 giugno 2015, escludendo dall’ambito della disciplina gli incarichi di responsabile degli uffici di diretta collaborazione degli organi di indirizzo politico. Tuttavia, nella nota chiariva che «le competenze del Gabinetto di Presidenza del Consiglio regionale dell’Abruzzo, definite con Deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 102 del 23 luglio 2024 (All. A), si sostanziano esclusivamente in funzioni di diretta collaborazione e supporto all’organo politico, risultando prive di qualunque competenza programmatoria e gestoria».”
Blasioli aggiunge: “Questo passaggio, che ritroviamo anche nel Decreto di nomina, è stato invece smentito da ANAC, che ha riconosciuto in questi poteri gestori la figura tipica della funzione dirigenziale, e quindi l’inconferibilità.”
“La diversità di vedute tra il richiedente e l’Autorità Nazionale Anticorruzione ci fa sorgere qualche dubbio,” osserva Blasioli, “e alimenta una serie di quesiti che ho chiesto vengano inseriti nel verbale dell’Ufficio di Presidenza del 17 dicembre.”
Blasioli conclude con una serie di interrogativi: “Perché il nuovo Direttore, scelto recentemente proprio nella figura del Responsabile dell’Anticorruzione, non ha atteso la risposta dell’ANAC che aveva chiesto? Che fine faranno gli atti che, nel frattempo, il dirigente ha compiuto e che da oggi non può più compiere? Qualcuno ha comunicato ad ANAC che, prima del parere reso, si è proceduto comunque alla nomina? È sufficiente aver rimosso i poteri gestori del dirigente per far venire meno un’inconferibilità che è stata ormai violata? Perché nella Deliberazione n. 193 del 16 dicembre 2024 non si legge del parere ANAC? Il Responsabile dell’Anticorruzione, che è anche Direttore amministrativo, comunicherà la nomina a dirigente di una persona che, da parere, è inconferibile? Aver tolto le funzioni gestionali al dirigente, circostanza che non elimina la violazione dell’inconferibilità ma che sostanzia la qualifica dirigenziale, non determina un danno erariale? Infine, il Direttore amministrativo, che deve tutelare con il suo lavoro anche le responsabilità dell’Ufficio di Presidenza, una volta diventato Direttore amministrativo, può ancora ricoprire il ruolo di Responsabile dell’Anticorruzione che gli era stato affidato? Interrogativi finora senza risposta che hanno determinato il mio voto contrario.”