L’Aquila. Il TAR si pronuncia: sospesa parzialmente la caccia alla lepre in Abruzzo.Il WWF aveva chiesto con il suo ricorso la sospensiva per impedire la caccia a settembre alle specie fagiano, quaglia e lepre. I giudici hanno sospeso la caccia alla lepre per il mese di settembre mentre per quaglia e fagiano hanno ritenuto di non esserci più esigenze cautelari: il calendario venatorio nella sua seconda versione si era infatti già parzialmente adeguato prevedendo il posticipo al 1 ottobre per queste ultime due specie nelle aree Natura 2000 (SIC e ZPS).
“Abbiamo salvato dal massacro quasi centomila lepri”: è questo il commento a caldo del coordinatore regionale delle Guardie WWF, Claudio Allegrino, alla ordinanza emessa poche ore fa dal TAR in merito al calendario venatorio regionale. Sono stati cancellati infatti 7 giorni di attività venatoria in ciascuno dei quali ogni cacciatore (in Abruzzo secondo i dati Istat 2007 sono 14.136) avrebbe potuto ucciderne una. “Un risultato importante – sottolinea il delegato Abruzzo del WWF Italia Luciano Di Tizio – bisogna per questo dare atto all’assessore Dino Pepe di essersi comportato da assessore alla caccia e non da assessore ai cacciatori, come taluni suoi predecessori, sforzandosi di varare un calendario almeno rispettoso delle norme di legge e del buon senso”.
L’Ente regionale ha infatti emanato pochi giorni fa alcune modifiche migliorative al calendario venatorio con le quali ha ridotto il prelievo nei tempi e nei modi di molte specie cacciabili, accogliendo le prescrizioni dell’Ufficio Valutazione Impatto Ambientale (VINCA) della Regione Abruzzo. A queste vanno aggiunte alcune richieste del WWF pure accolte nella modifica del calendario venatorio come la restrizione del periodo di caccia alla beccaccia portata al 31 dicembre.
Dichiara Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia: “Vincere i ricorsi al TAR Abruzzo è oramai una prassi consolidata per il WWF e questo è dovuto non solo alla tenacia della nostra Associazione nel voler far rispettare le norme e i principi di tutela della fauna selvatica ma soprattutto alla nota e ormai cronica carenza di pianificazione faunistica della Regione. La fauna, lo ricordiamo sempre, è un patrimonio indisponibile dello Stato, cioè di tutti i cittadini, non un trastullo per la piccola minoranza rappresentata dai cacciatori”.
Ma la risposta dei cacciatori non tarda ad arrivare e l’Enal-Caccia Sezione Provinciale dell’Aquila tuona contro la decisione del TAR. A parlare è il presidente dell’associazione Vincenzo Rubeo, “questa è l’ennesima riprova che purtroppo non abbiamo ascolto da nessuna parte, ancora una volta vengono prese in considerazione le fisime di qualche organizzazione animalista che con motivazioni più o meno fantasiose creano disagio ai seguaci di Diana. Bene – prosegue il portavoce dell’Enal- Caccia – questa volta sembra che la motivazione della sospensione della caccia alla lepre sia scaturita da uno studio approfondito di veterinari ginecologi che hanno accertato la gravidanza delle lepri e la presenza di leprotti, ora vorrei conoscere questi veterinari ostetrici e capire su quale base si fondano dette affermazioni, vorrei anche capire se con 14 giorni le femmine di lepre partoriranno e se si possono considerare adulte le piccole, sempre nei quindici giorni che mancano all’apertura; perché se partoriranno il problema ce lo ritroveremo anche il 1° di Ottobre, di conseguenza ci ritroveremo leprotti appena nati e quindi vi consiglio di impiantare altro ricorso che sicuramente sarà favorevole alla vostra argomentazione”.
“Siete ridicoli – prosegue Rubeo – questa è una regione ad emergenza cinghiali e non si apre a quella specie, è un territorio interdetto all’attività venatoria per una percentuale esagerata, chi ci rappresenta a livello amministrativo presenta dubbia capacità e preparazione, non vi rendete conto che stiamo in una regione per la maggior parte montana, dove spesso già dal mese di Novembre potrebbe comparire la prima neve e la conseguente è, chiusura della caccia?. Chi è appassionato di questo mondo sa distinguere un piccolo da una lepre adulta, non giova a nessuno abbattere dei piccoli che potrebbero in seguito far esprimere i propri ausiliari al meglio”.
“Vi invito a riflettere, conclude il presidente dell’Enal – Caccia sezione dell’Aquila – ed è chiaro che se mai ci fosse qualcuno che ci vorrà affiancare noi saremo disponibilissimi a supportarli. Altrimenti abbiate il coraggio di chiudere definitivamente la caccia in Abruzzo, noi tanto ce ne faremo una ragione. Rimarremo però della nostra idea, con una preparazione sullo studio dell’ambiente che ci siamo fatto sul campo, a differenza vostra che vi imbottite di teoria, senza saperlo calare nella realtà”.