La neutralità climatica ha l’obiettivo di ridurre a zero le emissioni di gas serra, in modo da contrastare il problema del riscaldamento globale. Questo obiettivo può essere raggiunto attraverso una combinazione di strategie ad hoc, come il miglioramento dell’efficienza energetica, la mobilità elettrica e l’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile. Si tratta di un concetto importante che è stato adottato anche in Italia, ed ecco spiegato perché oggi scopriremo insieme la classifica delle regioni italiane.
I parametri utilizzati per stilare questa classifica
Ci sono diversi parametri utilizzati per definire il grado di neutralità climatica, ma i principali sono tre. Si parte ovviamente dal grado di emissioni di CO2, in base al quale è possibile individuare le regioni più virtuose, ovvero quelle rispettose dei limiti imposti dall’Unione Europea. In secondo luogo, le fonti di energia rinnovabile e nello specifico i consumi soddisfatti da esse: maggiore è la quota di rinnovabili nel mix energetico di una regione, più alto è il suo grado di neutralità climatica.
A proposito di ciò, risulta molto importante informarsi a pieno sull’argomento, data la sempre maggiore importanza di queste fonti di energia. Quest’ultime possono essere studiate a fondo attraverso alcuni approfondimenti specifici, come quello sulle energie rinnovabili di VIVI energia, per citarne uno, che ne espone tutte le varie tipologie e quali benefici comportano. Infine, fra gli indicatori troviamo anche i consumi di energia in generale, che non devono essere eccessivi, ma adeguati alle esigenze dei cittadini e delle imprese. Inoltre, è bene specificare che viene preso in considerazione anche il livello di consapevolezza della popolazione, e anche questo fattore varia da regione a regione. Ad ogni modo, la Penisola è indietro rispetto agli altri paesi europei: significa che è necessario un impegno maggiore da parte di tutti, sia delle istituzioni, sia delle famiglie.
La classifica italiana e le regioni più virtuose
Se si parla specificatamente delle emissioni di CO2, fra le regioni in assoluto più virtuose troviamo la Campania, il Lazio e le Marche. Giù dal podio si collocano la Calabria, la Liguria, la Toscana, la Sicilia, il Veneto e l’Abruzzo. In “fascia rossa”, invece, troviamo le regioni che si stanno comportando male, come ad esempio la Lombardia, il Trentino, l’Umbria, il Piemonte, il Friuli, l’Emilia-Romagna, la Puglia, il Molise, la Valle d’Aosta, la Basilicata e la Sardegna (in assoluto le due peggiori della classifica).
Se invece si passa alla classifica generale, che tiene conto di tutti e tre gli indicatori principali elencati poco sopra, la situazione cambia. La regione più virtuosa nella classifica italiana è la Campania, seguita a ruota dalla Calabria e dal Lazio. Le performance peggiori vengono invece registrate analizzando il comportamento della Liguria, della Lombardia, della Toscana, delle Marche e del Molise, insieme all’Emilia-Romagna e all’Umbria (specialmente per quel che riguarda le energie rinnovabili).


