L’AQUILA. “Prima di dare giudizi sulla ricostruzione dell’Aquila bisognerebbe tenere in considerazione la portata della distruzione causata dal sisma che ha colpito un capoluogo di regione e tanti altri paesi dell’Abruzzo causando morti, feriti ed oltre 90 mila sfollati”. A dirlo è il sindaco di Navelli Paolo Federico che interviene in risposta ad alcune critiche alla ricostruzione arrivate in occasione del decennale del sisma.
“Per essere ancora più chiari, a L’Aquila”, aggiunge Paolo Federico, “non sono stati colpiti solo comuni sparsi su un ampio territorio come accadde per il sisma del Friuli o dell’Irpinia. Qui, ai 57 comuni divisi su tre provincie e inseriti nel cratere sismico, si è aggiunta anche la distruzione di un capoluogo di regione con oltre 70 mila abitanti, dall’impianto medievale, con tante eccellenze storiche e architettoniche e solo sino al giorno prima centro direzionale e cuore pulsante della vita amministrativa dell’intera regione”.
“Molto umilmente”, continua Federico, “credo che se non partiamo da questi presupposti non si possa capire lo sforzo messo in atto, in dieci anni, per far rinascere L’Aquila e i comuni del cratere. E’ vero, molto si deve ancora fare e l’impegno per quanto sia costante, sembra non bastare mai, mentre alcune cose potevano di sicuro essere
fatte meglio, e bene fa la magistratura ad indagare sugli abusi, ma di certo, in tutta coscienza, non si può dire che l’intera ricostruzione non abbia funzionato. Al contrario per chi tiene a questa terra, meglio sarebbe, soprattutto in questo periodo, invece di fare critiche sterili, puntare ad analizzare il lavoro fatto sino ad ora e da questa esperienza di dieci anni, arrivare ad indicare strade migliori”.
“Per il sottoscritto”, conclude Paolo Federico, “sarebbe meglio dare maggior peso ai sindaci per snellire alcune pratiche per la ricostruzione che francamente rallentano l’avvio dei cantieri. Inoltre, alcuni adempimenti sui consorzi potrebbero essere superati magari con attestazioni da parte dei presidenti. Ipotesi che potrebbero diventare delle scelte operative una volta condivise da parte di tutti gli interessati, ma questo resta un discorso costruttivo e anche se opinabile è comunque rivolto al futuro che, giova ricordalo, deve essere, per la nostra regione, legato alla rinascita, l’ennesima nella sua storia, della città di L’Aquila e dei suoi paesi e orientata ad uno sviluppo fatto di natura, di produzioni alimentari di eccellenza di arte e di cultura”.