L’Aquila. Si chiama Casa!, acronimo di Come abitare senza abitazioni?, un gruppo informale di persone provenienti da soggetti ed esperienze diverse, ma che si pone un obiettivo chiaro. Chiedere alle istituzioni serie politiche abitative per la comunità aquilana, che a 13 anni e mezzo dal terremoto si ritrova in una situazione paradossale quanto incredibile: vivere un’emergenza abitativa nonostante la città sia stracolma di case vuote.
Sul territorio, infatti, ci sono migliaia di appartamenti abitabili ma inaccessibili. È il caso delle proprietà immobiliari in centro e nelle periferie, ma anche e soprattutto degli appartamenti del Progetto Case e degli alloggi equivalenti. L’Aquila è l’unica città in Italia dove per una famiglia per i redditi bassi è impossibile ottenere un alloggio pubblico. L’edilizia popolare è pressoché ferma a 13 anni fa, mentre l’assegnazione degli alloggi del Progetto Case, che pure per alcuni anni sono stati assegnati anche a nuclei fragili dal punto di vista socio-economico, è bloccata da oltre due anni. Con più di 200 famiglie in graduatoria che aspettano di conoscere la propria sorte dal lontano 2020.
Nessun bando aperto, nessuna notizia sulla vecchia graduatoria, nessuna trasparenza sul Case. Questo è il destino vergognoso di un patrimonio immobiliare immenso che dovrebbe essere ripensato con una visione d’insieme unitaria e integrata con il contesto sociale della città oggi. Gli ultimi dati (non ufficiali) relativi alle aree Case ci dicono che circa un quinto dei 5.700 alloggi totali è inagibile, ma che più del 40% degli appartamenti è agibile e non abitato. Mentre le case sono occupate a macchia di leopardo, con evidenti disagi per i servizi ai cittadini, la dispersione sociale e i costi per la manutenzione delle strutture. Che ne è stato della mappatura degli alloggi? Perché non ci sono dati ufficiali recenti relativi al Progetto Case? Perché non viene aperto un bando per le fragilità sociali e qual è il motivo per cui non vengono assegnate le case a chi le aspetta da due anni?
Le istituzioni agiscono nella stessa mancanza di trasparenza anche per quanto riguarda i circa 400 alloggi equivalenti oggi agibili: case abitabili e sicure, ricostruite con i soldi degli italiani, di proprietà pubblica e lasciate colpevolmente all’abbandono. Che fine ha fatto il collegio di merito che dovrebbe assegnare a studenti e studentesse parte degli alloggi? Che destino vuole l’amministrazione comunale per le case in sua disponibilità? Perché sono chiuse da anni, con il rischio che si usurino prima ancora di essere abitate?
Oggi all’Aquila non è possibile beneficiare di un alloggio pubblico. Questo penalizza diverse fasce della popolazione: le famiglie con bassi redditi (sempre in numero maggiore a causa della crisi), studenti e studentesse universitari, i ragazzi che si ritrovano fuori dai circuiti dell’accoglienza, lavoratori e lavoratrici fuori sede. Tutti uniti da un destino beffardo: rimanere senza alloggio in una città piena di case vuote.
Per questo Casa! organizza il suo primo banchetto informativo, domani in piazza Regina Margherita, per parlare con la cittadinanza della questione abitativa, fornire e discutere dei (pochi) dati noti a oggi e portare nel dibattito pubblico cittadino un tema fondamentale per la comunità.