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Movimento Animalista: illegittima l’ordinanza anti randagi del sindaco di Cocullo, la ritiri al più presto

Federico Falcone di Federico Falcone
19 Settembre 2018
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Cocullo. “Vietato sfamare i gatti randagi a Cocullo? In merito all’ordinanza n. 13 del 17 settembre 2018 con la quale l’amministrazione del Comune in provincia dell’Aquila, che applica questo divieto ad alcune vie del centro storico, il Movimento animalista ha chiesto al sindaco, Sandro Chiocchio, in un clima di dialogo costruttivo, di ritirare il provvedimento, “illegittimo alla luce di numerose pronunce dei Tar”, e di affrontare congiuntamente il problema di “una più corretta e razionale gestione dei felini sul territorio”.

“Nel corso dell’odierno colloquio – dichiara la responsabile provinciale per l’Aquila, Antonella D’Amato – il primo cittadino ha voluto sottolineare come ad una attenta lettura dell’Ordinanza appaia chiaro non trattarsi di un divieto assoluto, bensì limitato a poche e strette viuzze del centro storico e motivato da esigenze di carattere igienico sanitario e di decoro urbano, in considerazione del fatto che le zone interessate apparivano costantemente sporche per le deiezioni e gli avanzi di cibo“.

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“Il sindaco – aggiunge D’Amato – ha assicurato di non aver voluto in alcun modo intraprendere una azione contro i felini, che anzi considera patrimonio comune della propria cittadina, al punto da non aver neanche deciso di farli spostare in altre zone limitrofe o di estendere il divieto in modo indiscriminato, ma di aver voluto semplicemente responsabilizzare i propri concittadini per una gestione corretta, rispettosa sia del benessere animale che della necessità di salvaguardia dell’igiene. Ha dichiarato di aver tentato di arginare il problema anche sistemando delle lettiere nelle zone interessate, ma senza risultati soddisfacenti“.

“Ho raggiunto telefonicamente il Sindaco Chiocchio – aggiunge Guido Mammarella, Coordinatore per l’Abruzzo del Movimento Animalista – ed ho ritenuto utile rammentare che la legge regionale vigente pone a carico dei Comuni l’onere di garantire la tutela dei gatti che vivono in libertà, incentivando ed autorizzando la gestione di colonie feline urbane da parte sia di singoli cittadini, che di enti ed associazioni, assicurandone in tal modo la cura della salute e le condizioni di sopravvivenza. Va altresì evidenziato che la stessa legge obbliga i soggetti che se ne occupano a rispettare le norme per l’igiene del suolo pubblico, evitando la dispersione di alimenti e provvedendo costantemente alla pulizia della zona dove i gatti sono alimentati.

Il Sindaco ha dichiarato di aver da sempre incentivato la creazione di colonie feline, ma non vi sarebbero state richieste in tal senso ne’ da privati ne’ da associazioni, ed è prevalso il fai da te da parte di persone indubbiamente di buon cuore, ma inconsapevoli che una gestione di tal genere non è la più idonea, anche perché rischia di innescare il terribile fenomeno degli avvelenamenti da parte di soggetti sconsiderati”.

E’ noto peraltro che la giurisprudenza dei Tar (da ultimo quello della Puglia e quello della Campania nel 2018, quello della Calabria nel 2015 e quello del Molise nel 2013) è ormai consolidata nel ritenere illegittime le ordinanze che vietano di sfamare i randagi. Il divieto, infatti, si pone in contrasto con la normativa nazionale sulla tutela degli animali d’affezione e la prevenzione del randagismo, che individua nel controllo delle nascite da parte delle Asl lo strumento per ridurre il numero dei randagi e condanna gli atti di crudeltà contro gli animali, qual è, certamente, anche il proibire di sfamarli”.

“Ad ogni modo – prosegue Mammarella – il Sindaco ha ribadito il proprio personale interesse alla tutela dei gatti del proprio piccolo paese, ed ha espresso vivo desiderio di concertare una soluzione insieme al Movimento Animalista Abruzzo, dimostrando ampia disponibilità a rendere utilizzabili spazi comunali per una più corretta e razionale gestione dei felini del territorio, o a percorrere congiuntamente altre strade. Invito che abbiamo ben accolto, e che porterà in tempi brevi ad un incontro costruttivo perché l’ordinanza sia ritirata”

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