Pescara. Prosegue il dibattito sulle ordinanze che regolamentano la cosiddetta movida cittadina. Dopo le critiche arrivate da Confartigianato, il Comune ha ribadito la necessità di misure restrittive volte a contenere i rumori e garantire il diritto al riposo dei residenti, senza penalizzare eccessivamente le attività commerciali. «Ancora una volta Confartigianato si pone in atteggiamento di contrapposizione rispetto al Comune come se i provvedimenti relativi alla cosiddetta movida scaturissero dalla volontà politica di danneggiare gli operatori del settore oppure una determinata zona della città – afferma il sindaco Carlo Masci –. Ancora una volta diciamo che non è così e ricordiamo che le ordinanze del Comune sono finalizzate ad andare incontro alle richieste di tutti, tant’è che l’attività dei locali a una certa ora può proseguire, non all’aperto ma al chiuso, cioè all’interno dei locali stessi».
Il primo cittadino sottolinea come tali misure siano frutto di un percorso tecnico e giuridico ben definito: «Non si possono e non si devono dimenticare le sentenze che si sono succedute a Pescara, a partire da quella che ha imposto al Comune di risarcire di 450mila euro i cittadini della zona centrale che contestano i rumori, per passare ai provvedimenti del Tar che hanno validato l’operato del Comune e finire con i procedimenti penali aperti su queste vicende. Le ordinanze scaturiscono dalle misurazioni dei rumori effettuate dall’Arpa Abruzzo e dalle indicazioni di un comitato tecnico, finalizzate a contenere i rumori stessi».
Secondo Masci, le associazioni di categoria dovrebbero collaborare per trovare soluzioni condivise piuttosto che sollevare polemiche: «Vanno contemperati gli interessi di tutti, e cioè dei gestori dei locali e dei residenti, ed è quello che stiamo facendo con dei provvedimenti che risultano inevitabili. Da questo punto di vista le associazioni di categoria dovrebbero impegnarsi a cercare un punto di incontro per tutelare davvero la categoria anziché sollevare polemiche continue su questioni che non possono essere affrontate diversamente».
Infine, il sindaco ha ricordato che la città non è un caso isolato: «Basterebbe fare un approfondimento per capire cosa accade in altre città che si trovano nelle stesse condizioni di Pescara, anche a livello di contenziosi, per rendersi conto che le modalità di intervento sono identiche, anzi qui le misure adottate sono state meno penalizzanti che altrove. Il Comune è sempre aperto a confrontarsi con tutti, soprattutto con chi ha argomenti nuovi e proposte per risolvere le questioni e non per strumentalizzarle, creando aspettative che non possono essere esaudite. Ma dobbiamo fare i conti con esposti, sentenze e procedimenti penali aperti sull’argomento».