Firenze. Diciassette fotografie. Scattate nei giorni precedenti l’omicidio di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili, uccisi dal Mostro di Firenze nella piazzola degli Scopeti nel settembre 1985. Avrebbero dovuto essere custodite in due scatole sigillate di cui questa mattina – 30 gennaio – si è proceduto all’apertura dinanzi alla Corte d’Assise di Firenze e alle Pm Beatrice Giunti e Ornella Galeotti. Presenti gli avvocati Vieri Adriani, Gaetano Pacchi, Antonio Mazzeo e Valter Biscotti. Nelle scatole risultavano mancanti sia le fotografie di cui pure si parla in un verbale dei Carabinieri, sia la macchina fotografica Nikon delle vittime.
Recuperati solo alcuni capi di abbigliamento di Nadine Mauriot, un giubbotto di jeans, una maglia e una camicia. Oltre che il telo interno, integro, della tenda canadese in cui la coppia dormiva quando è stata aggredita dal Mostro.
Le foto si sarebbero potute rivelare utili a fini investigativi, concorrendo a datare il duplice omicidio. I corpi senza vita sono stati rinvenuti la mattina di lunedì 9 settembre 1985. Giancarlo Lotti, il “compagno di merende pentito”, ha affermato di aver visto Pietro Pacciani e Mario Vanni uccidere la coppia la sera di domenica 8. Alcune valutazioni tecniche sullo stato di decomposizione dei cadaveri non hanno escluso che il delitto potesse risalire a sabato 7 o, addirittura, a venerdì 6. Il che invaliderebbe le dichiarazioni di Lotti.
Il mancato recupero delle fotografie rende ovviamente più difficoltoso il percorso dei legali dei familiari delle vittime, impegnati in nuove indagini sui delitti. “Ma andremo avanti”, annunciano Vieri Adriani e Gaetano Pacchi. A proposito del telo della tenda recuperato questa mattina, gli avvocati Antonio Mazzeo e Valter Biscotti, impegnati anche nella raccolta di elementi utili alla richiesta di revisione della condanna del postino Mario Vanni, considerano: “La cosa interessante è che non presenta tagli.” Si riferiscono alla predetta testimonianza di Lotti, secondo cui Vanni avrebbe squarciato la tenda con un coltello.
“Mi sembra abbastanza sconcertante che la Procura della Repubblica di Firenze non abbia più in custodia i reperti su un caso così importante, conosciuto in tutto il mondo”, commenta in esclusiva ad AbruzzoLive il reporter Paolo Cochi, uno dei massimi esperti della vicenda. “Tra l’altro, queste fotografie erano state richieste, erano importanti perché descrivevano il viaggio dei ragazzi e su una in particolare sarebbe – uso il condizionale – visibile uno strappo della tenda pregresso all’omicidio. Quindi era un accertamento molto importante, come importante sarebbe poter accedere ai tanti documenti che, con gli avvocati dei familiari delle vittime, chiediamo da anni di poter consultare e che non ci sono stati forniti. Abbiamo appreso oggi che i reperti e la documentazione inerente al Mostro di Firenze depositata in Procura non è disponibile e questo è una grossa delusone.”
E, a proposito, in particolare, del telo della tenda?
“Il telo interno della tenda che è stato visionato – ma questo lo si sapeva dai tempi del processo Pacciani – non presenta alcun taglio”, spiega Cochi. “Mentre lo strappo presente sulla parte blu, che era quella della copertura esterna, dovrebbe essere sottoposto ad accertamenti, per verificare se il taglio sia riconducibile a una lama o se risulti di altra natura. Vista la dinamica dell’omicidio, è più probabile che sia di altra natura. L’assassino ha sparato da davanti e non avrebbe avuto senso tagliare un telo e lasciare l’altro intatto. Tra l’altro, questo ci conferma che quanto dichiarato da Lotti al processo, che cioè Vanni sarebbe entrato nella tenda, non sarebbe stato possibile perché il telo sottostante, quello visionato oggi, risulta appunto intatto.”
La Corte d’Assise, presieduta dal giudice Silvia Cipriani, deciderà entro trenta giorni circa la restituzione dei reperti rinvenuti nei plichi.