San Benedetto dei Marsi. Nuovo colpo di scena nella vicenda giudiziaria legata alla morte di Collinzio D’Orazio, il 51enne di San Benedetto dei Marsi ritrovato senza vita sulle rive del fiume Giovenco il 23 febbraio 2019. La quinta sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di secondo grado che aveva confermato la condanna per Fabio Sante Mostacci e Mirko Caniglia, disponendo un nuovo giudizio davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Perugia.
La decisione dei giudici della Suprema Corte riapre dunque il processo, che sembrava essersi avviato verso una conclusione definitiva dopo la sentenza emessa dalla Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila. In quella sede, i due imputati — entrambi originari di San Benedetto dei Marsi — erano stati condannati a tre anni di reclusione per abbandono di incapace con morte come conseguenza di altro reato. A sostenere la difesa di Mostacci sono stati gli avvocati Mario Flammini e Franco Colucci, mentre Caniglia era stato assistito dal legale Antonio Milo, recentemente scomparso. I tre avvocati si sono battuti sempre con determinazione sin dal primo grado, sostenendo l’estraneità dei loro assistiti ai fatti contestati. Già al momento della condanna in appello, i legali avevano annunciato il ricorso in Cassazione, ribadendo con fermezza: «Aspettiamo di leggere le motivazioni, ma siamo convinti dell’innocenza dei nostri assistiti».
Anche la parte civile, rappresentata dall’avvocato Stefano Guanciale per conto della madre della vittima, Teresa Di Nicola, ha seguito con costanza e dolore l’evolversi del procedimento, chiedendo verità e giustizia per il figlio. La donna ha sempre sostenuto che “Collinzio aveva bisogno di assistenza, ma è stato lasciato solo”. La vicenda trae origine dal 2 febbraio 2019, quando D’Orazio fu visto l’ultima volta in un bar del paese. Nonostante soffrisse di varie patologie e fosse in cura con una terapia incompatibile con l’assunzione di alcol, quella sera consumò bevande alcoliche. I due imputati sostennero di averlo riaccompagnato nei pressi della sua abitazione, ma per i giudici di merito il 51enne sarebbe stato lasciato ai margini del paese, in una zona impervia e paludosa. Dopo giorni di ricerche, fu trovato privo di vita nel fiume Giovenco.
Ora, con la sentenza annullata, sarà la Corte d’Assise d’Appello di Perugia a riesaminare il caso. Si attendono le motivazioni della Cassazione, che rivestiranno un ruolo chiave per comprendere l’orientamento della Suprema Corte e per la strategia processuale delle parti nel nuovo giudizio. La comunità di San Benedetto dei Marsi, che non ha mai dimenticato Collinzio D’Orazio, resta in attesa, tra dolore, speranza e domande ancora senza risposta.