Avezzano. Un incidente, la morte della piccola Alessia Prendi, causato da un’altalena non a norma e priva di manutenzione.
Una tragedia che forse poteva essere evitata, anche alla luce delle segnalazioni dei residenti che avevano denunciato, su Marsicalive, il degrado del parco giochi. Un articolo del 12 giugno 2022, ben 2 mesi e mezzo prima che la tragedia si verificasse.
È quanto emerge dalla superperizia tecnica depositata alla procura di Avezzano in questi giorni. Come riporta Il Centro, Si tratta di 41 pagine corredata da documentazione fotografica, ricostruzioni tecniche, analisi dei materiali sequestrati sul luogo dell’incidente e approfondimenti tecnico-legali.
La tragedia è avvenuta il 31 agosto 2022. La piccola Alessia, di appena11 anni, era stata travolta da
una trave di legno mentre giocava con l’altalena nell’oratorio parrocchiale di San Pelino insieme a un altro bambino.
Sul registro degli indagati sono finiti i nomi di tre persone. Si tratta del vicesindaco di Avezzano, Domenico Di Berardino, che al tempo svolgeva le funzioni di sindaco, del dirigente comunale Antonio Ferretti e del parroco della frazione, don Antonio Allegritti. Devono rispondere di omicidio colposo, con accuse tutte ancora da dimostrare.
L’inchiesta è coordinata dal procuratore capo della Repubblica di Avezzano Maurizio Maria Cerrato e nei mesi scorsi sulla sua scrivania era finita un’informativa stilata dai carabinieri, contenente tutta la documentazione relativa all’area di gioco, oltre ai documenti acquisiti in parrocchia e negli uffici comunali.
Il 18 ottobre del 2022 era stato eseguito un sopralluogo tecnico da cui è scaturita una perizia tecnica. La Procura ha incaricato il geometra Cristiano Ruggeri e il tecnico agronomo Nicola Ranalli. Il documento è corredato da ricostruzioni grafiche che si basano sulla documentazione raccolta subito dopo l’incidente mortale.
Le consulenze di parte sono state affidate ai professori Gianfranco Totani e Maurizio Forlesa, incaricati dall’avvocato Alessandro Gentiloni Silveri, difensore del parroco, e all’ingegnere Maurizio Lucci, nominato consulente tecnico dagli avvocati Herbert Simone e Chiara Tozzoli, che assistono la famiglia della vittima. Il Comune ha deciso di non affidarsi a propri consulenti mentre Di Berardino e Ferretti sono difesi dall’avvocato Alessandra Sucapane.
Secondo la perizia eseguita dal Ctu Ruggeri, il 31 agosto del 2022, intorno alle 18, all’interno dell’oratorio, la cui apertura avviene in orario pomeridiano, dalle 16 alle 19.30, si stavano svolgendo attività ricreative per minori, tra cui l’utilizzo dell’altalena nell’area erbosa interna. Erano presenti due bambini di 11 e 12 anni tra cui la vittima, Alessia Prendi, che si arrampicavano sulle corde pendenti dell’altalena.
“All’improvviso, nell’udire alcuni scricchiolii del legno della struttura”, spiega il Ctu, “l’altro bambino gridava di scappare. Mentre il bambino si muoveva verso nord, la piccola Alessia, si muoveva dalla parte opposta, non accorgendosi del precipitare della struttura, che la colpiva”.
L’evento in analisi riguarda il cedimento dei punti d’appoggio della struttura. Gli elementi verticali, erano composti da tronchi di piante. Il peso complessivo della struttura lignea era, secondo la perizia, di 355 chilogrammi.
Dalle analisi del perito, “si deduce che il cedimento, rispetto e diversamente dallo stato originario della pianta, sia stato un evento riconducibile al degrado del materiale ligneo, elemento questo di specifica valutazione del co-consulente”.
Il riferimento è al perito Nicola Ranalli che ha svolto uno studio riguardo allo stato dei tronchi che hanno ceduto e che ha analizzato i reperti sequestrati.
Secondo Ranalli, “dagli strumenti messi a conoscenza allo scrivente e dalle indagini eseguite in loco si può affermare, con indubbia certezza, che l’attività fisiologica dei due tronchi di pino allo stato attuale è certamente compromessa. Si deduce in conclusione, sulla base delle considerazioni esposte nella relazione, che l’attività fisiologica delle piante analizzate è stata compromessa dall’azione drastica del taglio della chioma e che già da diversi mesi (sicuramente più di due anni) la pianta risultava morta in piedi”.
Secondo il consulente, tutti i campioni osservati tranne quelli sulla sommità del tronco, “risultano essere severamente attaccati da carie bruna e di non possedere alcuna resistenza meccanica”. Secondo il consulente, “sono così degradati da sbriciolarsi tra le mani”.
Si poteva evitare? Secondo l’analisi del sinistro, eseguita dal consulente della procura, l’altalena era stata “realizzata artigianalmente, senza quindi una fase progettuale conforme alle normative sulla ‘Sicurezza dell’attrezzatura per aree da gioco pubbliche'”.
“Questo elemento”, si afferma nella relazione, “costituisce l’evitabilità originaria, dove il criterio progettuale della norma avrebbe impedito il crollo della semplice struttura”.
“Ma anche la manutenzione successiva”, continua il consulente, “nell’ottica dei criteri di generica cautela è richiamabile nella fase di ripristino dell’area notoriamente in stato di abbandono come aveva riportato in un articolo la stampa locale, avrebbe consentito nell’obbligo di vigilanza del soggetto garante e della sicurezza dei luoghi rispetto agli utenti, per altro minori”.
Secondo la perizia, “la responsabilità della posizione di garanzia ricade sul parroco (eventualmente l’amministrazione tenuta della struttura di proprietà comunale)”. Ora il procuratore Cerrato prenderà in esame tutta la voluminosa documentazione agli atti per fare valutazioni sulle eventuali responsabilità.
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