Montorio al Vomano. Il Consiglio comunale di Montorio al Vomano ha approvato una delibera storica che sancisce la retrocessione da edificabili ad agricoli di oltre 400.000 mq di terreno – una superficie pari a circa 55 campi da calcio – situati nella zona di San Mauro.
Si tratta di un passaggio epocale, che chiude definitivamente la vicenda dell’autodromo, un progetto mai realizzato, ma che per anni ha congelato lo sviluppo agricolo del territorio, alimentando solo incertezze, contenziosi e danni economici.
“È una delibera chiara, coraggiosa, che mette una pietra tombale su un’idea stravagante e mai realmente sostenibile – ha dichiarato il sindaco Fabio Altitonante –. Parliamo di una vicenda surreale: decine di anni fa, con superficialità e senza alcuna logica urbanistica, una parte rilevante del nostro territorio agricolo fu trasformata in edificabile, penalizzando decine di aziende locali. Lavorando con serietà siamo riusciti a risolvere un altro problema ereditato dalle precedenti amministrazioni”.
Il sindaco ha voluto rivolgere un pensiero ai cittadini della frazione San Mauro: “Subirono un’ingiustizia con un atteggiamento arrogante e prepotente, attraverso una variante urbanistica ridicola. Oggi, grazie a questo atto, possono finalmente tornare a credere nelle Istituzioni.
Sono lieto che questo provvedimento sia stato approvato all’unanimità, con il consenso anche delle minoranze, tra le quali sono presenti Consiglieri che ai tempi furono protagonisti di queste scelte disastrose e che oggi finalmente si sono ricreduti.
La delibera si inserisce in un percorso più ampio avviato dall’amministrazione comunale, che punta a una valorizzazione coerente del territorio, con nuove retrocessioni già in programma per le prossime sedute consiliari.
Altitonante ha ringraziato anche gli operatori della società dell’autodromo, che hanno versato circa 60.000 euro di IMU arretrata, senza avviare contenziosi con il Comune, riconoscendo la legittimità e la direzione dell’intervento.
“Da oggi si potranno attrarre investimenti economici veri nel settore agricolo, restituendo dignità, prospettive e futuro a chi lavora e vive di agricoltura. È un ritorno al buonsenso e alla nostra vocazione naturale: lo sviluppo sì, ma quello sostenibile”.