L’Aquila. “Difendere la denominazione del nostro vitigno significa tutelare le specificità della nostra regione in termini di biodiversità e peculiarità delle colture. Si tratta di un patrimonio unico che non siamo disposti a dissipare dopo decenni di impegni, sacrifici e dedizione da parte delle aziende agricole abruzzesi che sul vitigno a bacca nera hanno creduto e investito da tempo immemore, generazione dopo generazione”.
Così, il vice presidente della Regione Abruzzo con delega all’Agricoltura, Emanuele Imprudente, sull’utilizzo esclusivo del termine Montepulciano per le etichette dei vini abruzzesi, messo a rischio da un decreto ministeriale in corso di approvazione. Immediata la levata di scudi del mondo vitivinicolo abruzzese che nei giorni scorsi ha sottoscritto un documento di indirizzo in netta contrapposizione con il “DM Etichettatura”, ed in particolare contro l’attuale stesura dell’articolo 16 che introdurrebbe una liberalizzazione dell’uso dei vitigni in etichetta, senza alcuna eccezione.
“Sebbene i principi portanti del decreto siano condivisibili – spiega Imprudente – l’utilizzo indiscriminato dei nomi dei vitigni nelle etichette dei vini DOC rischia di arrecare un danno economico assai rilevante ai viticoltori abruzzesi. Sono soddisfatto – continua – della grande unità di intenti mostrata da tutti gli attori del mondo vitivinicolo regionale nel redigere un documento ampiamente condiviso che ci consentirà di avere maggiore forza sui tavoli di concertazione nazionali. Insieme, istituzioni e Aziende agricole all’unisono – conclude il vice presidente – faremo valere le nostre ragioni per difendere il legame indissolubile fra il vitigno Montepulciano ed il suo territorio, l’Abruzzo”.
Obiettivo dei produttori abruzzesi, rappresentati in sede di Conferenza Stato-Regioni proprio dal vice presidente Emanuele Imprudente, sarà quello di ottenere il mantenimento del nome “Montepulciano” per i soli vini provenienti dalle DOC della regione Abruzzo. Per le denominazioni di altre regioni, al Masaf verrà richiesto il reinserimento del sinonimo “cordisco” per indicare il vitigno “montepulciano” nel Registro Nazionale Varietà delle Viti, già presente nel 1988 e poi scomparso misteriosamente nella trasformazione dello stesso da cartaceo ad informatico, al fine di tutelare la denominazione di origine protetta “Montepulciano d’Abruzzo” e per essa il termine-nome di vitigno “Montepulciano” da usi impropri dello stesso.
“È bene sottolineare – continua Imprudente – che il settore vitivinicolo rappresenta il comparto agroalimentare di maggiore importanza per la nostra regione, interessando oltre 15 mila aziende viticole ed una superficie superiore ai 32 mila ettari, esclusivamente in coltura specializzata. La produzione di vino – spiega – mediamente si attesta sui 3,2-3,4 milioni di ettolitri/anno, ponendo l’Abruzzo tra le prime cinque regioni per importanza a livello nazionale. Saremo, dunque, al fianco del mondo produttivo – conclude il vice presidente – per portare avanti con convinzione questa battaglia volta a salvaguardare il lavoro e il sacrificio dei nostri viticoltori”.