Teramo. In Abruzzo il comparto moda, oltre all’eccellenza mondiale rappresentata dal marchio Brioni di Penne, a Pescara vanta un importante strumento di formazione con un istituto tecnico superiore dedicato; e la storica roccaforte, le decine di piccole imprese dell’area teramana, conta 1.535 aziende attive con 8.400 addetti. “In termini di export, nel 2018 il comparto muoveva circa 53 milioni di euro per il tessile, 77 per l’abbigliamento, quasi 103 per la pelletteria” dice il direttore della Cna provinciale di Teramo, Gloriano Lanciotti, presidente della camera di commercio. “Ciò testimonia la vitalità del comparto, ma anche il rischio connesso, per tutta l’economia, a una sua rapida ripartenza”.
Ricordando l’allarme del presidente nazionale di Cna Federmoda, Marco Landi, che ha contestato al governo di “aver colpevolmente dimenticato” tra le attività che possono riaprire dal 14, una delle punte di diamante del made in Italy, Carla Ripani, presidente di Cna Federmoda Abruzzo, sottolinea: “Siamo al punto limite, come date, per lavorare sulle prossime collezioni. Se non potremo riaprire subito, un mare di opportunità andrà perduto. Resteranno in piedi i pagamenti: i fornitori li esigono subito, quelli che noi forniamo chiedono dilazioni, ed è difficile non accogliere le loro richieste. Paghiamo adesso e se va bene incassiamo a Natale”. Il paradosso, dice ancora Carla Ripani – titolare di un’azienda di pelletteria a Tortoreto con punti vendita anche a Dubai, 25 dipendenti e una cinquantina di addetti dell’indotto – è che lei sarebbe in condizione di riprendere l’attività: “Ho un capannone di 3.200 metri quadrati, la superficie media per ciascun dipendente è 120 metri quadrati. Quanto basta per produrre in condizioni di assoluta sicurezza sanitaria”.
“Le lezioni con i nostri allievi proseguono nella modalità online” spiega Giovanni Di Michele, presidente dell’Its Moda pescarese “e questo permetterà all’attività didattica di proseguire per fortuna regolarmente”. Poi, da imprenditore con un’azienda di pelletteria a Mosciano Sant’Angelo, aggiunge: “Nel nostro territorio ha preso corpo un importante consorzio di 55 eccellenze artigiane, Atea, che punta su e-commerce ed export. Dobbiamo fare i conti con i problemi delle imprese che producono in proprio e dei “contoterzisti” che lavorano per le grandi firme. Le prime hanno buttato già a mare la stagione primavera-estate 2020, si corre il rischio di far saltare anche quella invernale 2020-2021. Le imprese che lavorano per i grandi marchi, “in conto terzi”, sono già di fronte a un calo della produzione del 30-40%”. Eppure, dice ancora Di Michele, “i segnali che arrivano dal mercato cinese, dopo la riapertura, sono confortanti, ci segnalano una ripresa degli ordini consistente”.