Roma. L’uomo che ha visto per ultimo Mirella Gregori. Così lo definisce Mowmag. Si chiama Giuseppe Calì e all’epoca della scomparsa della giovane, avvenuta il 7 maggio 1983, lavorava presso il bar “Da Baffo”, in via Nomentana n. 81. Il locale, gestito dalla famiglia di Sonia De Vito, amica di Mirella, si trovava proprio sotto casa dei Gregori.
Calì è stato ascoltato ieri, 11 luglio, nel corso dell’ultima seduta della Commissione bicamerale di inchiesta incaricata di indagare sulla vicenda e su quella di Emanuela Orlandi, di cui si sono perse le tracce il 22 giugno 1983. Ha riferito la sua versione, che non concorda con quella fornita dalla stessa Sonia, secondo la quale il giorno della scomparsa Mirella, le avrebbe detto di essere in procinto di recarsi a Villa Torlonia con alcuni amici a suonare la chitarra. Strumento che peraltro la giovane non sapeva suonare.
“Salutata l’amica Sonia, figlia del principale, si diresse verso destra percorrendo il marciapiede, vale a dire in direzione di Porta Pia e del monumento del Bersagliere”, ha dichiarato Calì, “e non, al contrario, verso sinistra (verso Villa Torlonia, ndr).”
Dunque, due versioni contrastanti. Cosa è accaduto davvero a Mirella? Quel giorno, il 7 maggio 1983, dopo aver ricevuto la citofonata da parte da un fantomatico “Alessandro”, la giovane è scesa al bar sotto casa e si è trattenuta a parlare con Sonia per circa un quarto d’ora. Ed è appunto in questa circostanza che Calì ha riferito di averla vista e salutata per l’ultima volta.
Nel corso dell’audizione, l’uomo ha anche affermato che avrebbe ricevuto pressioni da parte dei suoi datori di lavoro, perché raccontasse ai magistrati una versione concordata dei fatti: “Ho riferito agli inquirenti la verità, e non come loro la volevano”. E, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, a suo dire i De Vito lo avrebbero allontanato dal bar proprio per questo.
Nella medesima seduta, ascoltata anche Maria Grazia Casini, compagna della scuola di musica di Emanuela Orlandi. L’audizione, su sua richiesta, è stata secretata. Riferisce il Corriere che, secondo fonti della Commissione, l’intervento della Casini (cui sembra che, il giorno della scomparsa, Emanuela avrebbe detto di voler uscire in anticipo dalla lezione di musica) è stato ritenuto “molto importante”, anche per la “grande collaborazione” offerta, sia ai fini della ricostruzione degli eventi successivi al 22 giugno, sia per la rivelazione di circostanze relative ai giorni precedenti, finora rimaste in ombra.