Chieti. Dal controllo dei telefonini e dei tablet sequestrati ai due minorenni arrestati ieri mattina dai carabinieri della Compagnia di Vasto per aver ridotto per due anni in schiavitù e abusato sessualmente di una loro coetanea, si stanno cercando conferme su quelle che al momento sono solo intuizioni. I militari vogliono verificare se le immagini e le foto della ragazza, ripresa a sua insaputa in un momento di intimità con il fidanzatino, siano state viste o fatte circolare nella cerchia di amici dei due ragazzi ristretti nell’istituto per minorenni a Casal del Marmo a Roma.
Unica certezza finora è che quelle immagini inequivocabili non sono state trasmesse su alcuna piattaforma social. “Stiamo verificando se si tratti di un caso isolato, anche se è durato per tutto questo tempo”, riferisce all’ANSA il maggiore Amedeo Consales, comandante della Compagnia dei carabinieri di Vasto, “oppure sia la punta di un iceberg, ed allora ci sarebbe di che preoccuparsi. Le indagini che sono in corso ci aiuteranno a capire e a limitare i contorni di questa vicenda dolorosa quanto scabrosa”. Consales riferisce che solo ieri mattina alla vista dei carabinieri i due minorenni “hanno iniziato a rendersi conto della gravità delle loro azioni nei confronti della ragazza. I genitori di questi due ragazzi sono anch’essi delle vittime inconsapevoli”. Un’ultima parola l’ufficiale dei carabinieri la dedica alla ragazza che “con coraggio è riuscita a liberarsi dalla sudditanza psicologica e a riferire fatti e luoghi ben precisi che ci hanno permesso dei riscontri oggetto dell’ordinanza del magistrato”.