Lanciano. “Ciò che sto vivendo è molto sproporzionato ed esagerato, mi sembrava come se fossi dentro un film. Ho pensato che sarei morta. Ho provato sensazioni di confusione, disperazione, mai di rabbia, per quanto stava accadendo. Spero di liberarmi presto da questa paura per tornare a una vita normale senza incubi e non sentirmi condizionata dal ricordo”.
E’ quanto ha riferito oggi per la stampa, affidando le sue parole all’addetto stampa della Asl Lanciano-Vasto Chieti Licia Caprara, Niva Bazzan, la moglie del dottor Carlo Martelli cui ieri uno dei 4 rapinatori ha tagliato parte del lobo dell’orecchio destro con una roncola. La donna, che dovrebbe essere dimessa domani, è attualmente ricoverata all’Unità coronarica dell’ospedale Renzetti di Lanciano. La donna, inoltre, è stata accompagnata attorno a mezzogiorno a far visita al marito ricoverato in chirurgia. Sono stati minuti di dolore ed emozione, vedendo anche il marito col viso totalmente tumefatto, nel ricordo della cruenta rapina avvenuta nella loro villa di contrada Carminello di Lanciano.
Sono in miglioramento le condizioni di salute della coppia ferita ieri nella rapina in villa secondo il bollettino medico emesso oggi dall’Ospedale di Lanciano. “Carlo Martelli è ricoverato in Chirurgia e le condizioni cliniche sono migliorate stabilmente rispetto a ieri. Ovviamente la prognosi resta riservata perché sono necessari ulteriori accertamenti strumentali che saranno eseguiti nelle prossime ore, mirati a verificare soprattutto il danno alla colonna cervicale non scevro da rischi di complicanze”.
Quanto alla moglie Niva Bazzan “e’ ricoverata in Unità coronarica per il monitoraggio di parametri vitali in considerazione del forte stress psicofisico subito. Al momento non sono emerse alterazioni di rilievo. Si sta valutando l’opportunità di altri accertamenti nella giornata di domani. Per quanto attiene al danno al padiglione auricolare, non è stato possibile procedere alla ricostruzione anatomica per la lesione lacerante prodotta durante l’aggressione e per via del lembo in avanzata necrosi”.
Foto: La Repubblica