Avezzano. Un pranzo in uno dei ristoranti di pesce più esclusivi dei Parioli, a Roma, rischia di trasformarsi in un caso imbarazzante per l’Ater L’Aquila. Nel menù: scampi, ostriche, tonno arrosto, polpo alla brace, champagne e Sauternes. Nel conto: 690 euro. Nella fattura: l’intestazione all’azienda pubblica.
Il documento fiscale, emesso il 5 agosto, attesta che la spesa – comprendente piatti e vini di pregio – non sarebbe stata registrata come personale ma a carico dell’Ente. Un’anomalia che ha acceso i riflettori sulla vicenda.
A cercare di smorzare le polemiche è intervenuto il presidente dell’Ater, Quintino Antidormi, che al Fatto quotidiano ha parlato di «un errore materiale del ristorante, attualmente chiuso per ferie». «Probabilmente hanno sbagliato con l’addebito», ha spiegato, lasciando intendere che la responsabilità sarebbe del locale romano.
Resta tuttavia un interrogativo: in che modo il ristorante avrebbe potuto inserire i dati fiscali dell’Ater senza che qualcuno li fornisse? La risposta potrà arrivare solo con la riapertura del locale e la verifica della documentazione.
Per il momento, resta agli atti una fattura che fotografa un banchetto di alto livello gastronomico, tra ostriche speciali, pesce fresco e bollicine francesi, che alimenta dubbi e polemiche sulla gestione delle spese da parte di un ente pubblico.
Sul caso è intervenuto Maurizio Acerbo segretario nazionale di Rifondazione Comunista, per il quale “è davvero indecente mettere sul conto dell’Ater un pranzo con gli amici a base di ostriche e champagne. Dato che il presidente Marsilio non ha chiesto le dimissioni del presidente dell’Ater aquilana debbo dedurne che questo è lo stile a cui sono abituati dalle parti di Fratelli d’Italia oppure ritiene fondata la giustificazione fornita dai protagonisti. Io credo che il Presidente dovrebbe dimettersi immediatamente se sarà acclarato che davvero il lauto banchetto romano è stato messo in conto all’Ater.
La versione fornita dal Direttore appare una pezza a colori peggiore del buco.
Se ho ben capito un ristorante romano dopo essere stato pagato per 690 euro dal direttore, che li avrebbe sborsati di tasca sua, si sarebbe procurato (non si sa come e rivolgendosi a chi) i dati per fatturare alla ATER di L’Aquila e poi avrebbe mandato (via mail o tramite un dipendente che ha fatto un bel po’ di chilometri?) la fattura che è stata regolarmente protocollata.
Il direttore gira con tutti questi contanti in tasca o ha usato il bancomat? Nel secondo caso sicuramente potrà mostrare l’estratto conto bancario del pagamento.
Immagino che l’ATER abbia un regolamento che fissa quanto possano spendere dipendenti e dirigenti in trasferta quindi presumo che almeno la quota rimborsata Presidente e direttore se la siano fatta fatturare. Invece no.
Secondo la versione fornita il direttore – presumo a sua volta scelto dal Presidente – paga tutto di tasca sua per una così considerevole cifra. Rimango perplesso ma sarò lieto da cittadino di ottenere delucidazioni.
Credo che sia il caso che sulla gestione di questa ATER si concentri l’attenzione dell’opinione pubblica. Da ex-consigliere regionale suggerirei all’opposizione di esercitare il proprio ruolo di controllo. La fattura resta, protocollata il 6 agosto 2025 con il numero E-2025-0005933, intestata all’Ater e con tanto di dettagli gastronomici”.
Ecco il menù del giorno, secondo il documento ufficiale: 2 porzioni di tonno arrosto, 1 entrée di scampi, 1 sautè di cozze, 3 porzioni di alici crude e 1 di alici fritte, 10 ostriche speciali, 1 fritto di calamari, 2 piatti di polpo alla brace, 4 porzioni di scorfano, 1 bottiglia di champagne Charles Heidsieck da 110 euro, 4 tiramisù espressi con mezza bottiglia di Sauternes francese”.
Anche Giovanni Stinelli, delegato del sindaco di Avezzano, alla commissione alloggi popolari, ha commentato la notizia. “Caro Presidente”, ha precisato, “mentre i poveri inquilini vivono ormai da anni nel degrado causato da muffa, ascensori rotti, infissi vecchi, citofono non funzionanti, impianti vetusti, ecc.. e nonostante segnalino tali carenze l’ente non si degna neanche di rispondere, leggiamo dalla stampa che i vertici dell’Ater della Provincia dell’Aquila hanno pranzato a base di ostriche e champagne il 5 agosto scorso in un costosissimo ristorante di Roma spendendo ben 690,00 euro in 5 persone con fattura intestata all’ATER, al di là del fatto se abbia davvero pagato il Direttore Generale di tasca sua (come sostiene) trattandosi di un errore commesso dal ristorante che ha intestato invece la fattura all’ATER ritengo sia una vergogna!!! Ritengo sia davvero inopportuno che mentre gli inquilini vivono nella muffa loro se ne vanno pasteggiando a ostriche e champagne!! Se avessero una coscienza si dimetterebbero immediatamente, ma non credo ce l’abbiano”.