L’Aquila. “Discutono di energia rinnovabile ma continuano ad approvare progetti per fonti fossili come il metanodotto e la centrale Snam”, un’opera quest’ultima “dannosa e inutile”. Questa la critica da parte dei comitati cittadini per l’Ambiente, con base a Sulmona (L’Aquila) e del coordinamento “No hub del gas” all’indomani del convegno nel capoluogo dal titolo “Energia per la crescita: una scelta di comunità”. Al centro della discussione le comunità energetiche da fonti rinnovabili (Cer), in un confronto che ha visto la partecipazione del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e del presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio. Pichetto Fratin, rispondendo alla domanda di un cronista ha affermato che il metanodotto Sulmona-Foligno andrà avanti.
“Non ci sorprende affatto”, scrivono i comitati, “che il ministro, come del resto i suoi predecessori, prenda per oro colato le tesi della Snam senza sottoporle a nessuna verifica. Eppure dai dati contenuti nell’ultimo documento Snam sottoposto a consultazione pubblica emerge chiaramente che in Italia non c’è nessuna emergenza gas, anzi nell’anno appena concluso il nostro Paese ha addirittura esportato all’estero oltre 3 miliardi e 200 milioni di metri cubi di metano, praticamente l’intero quantitativo prodotto a livello nazionale”.
“Nei confronti del 2021”, si legge ancora nella nota, “i consumi di gas sono diminuiti di ben 8 miliardi di metri cubi passando da 76 a 68 miliardi, e le previsioni dello Stato (Pniec) e della stessa Snam dicono che nel 2030 i consumi scenderanno a meno di 60 miliardi di mc. Ma si tratta di un dato sovrastimato perché è realistico ritenere che, per effetto del notevole sviluppo delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico, nel 2030 i consumi non supereranno i 50 miliardi”. Perciò, per i comitati, “la Linea Adriatica è non soltanto un’opera molto dannosa ma è anche completamente inutile. Il ministro accerti piuttosto perché il costo dell’opera è aumentato in soli 2 anni del 50%, passando da 1,6 miliardi di euro a 2,4 miliardi”. Critiche anche a Marsilio che “durante tutta la sua presidenza ha ignorato totalmente il problema del metanodotto. Occupandosi solo dei ristori successivi all’approvazione”.