Roma. “Le informazioni diramate dalla stampa, non sempre convergenti, disorientano i cittadini e lasciano presagire nuove restrizioni – così in un comunicato l’Avv. Walter Mauriello, presidente di Meritocrazia Italia -. Ciò di cui si ha inequivoca certezza è il disagio, variamente affrontato, causato dall’impreparazione con la quale è stata disposta la riapertura delle Scuole. Ridotta sorveglianza all’esterno e all’interno degli edifici scolastici, carenze infrastrutturali, mancanza di dispositivi medici di sicurezza e inevitabile affollamento dei mezzi di trasporto pubblico creano le premesse per la proliferazione di focolai di contagio.
Un nuovo lockdown generalizzato avrebbe come riflesso il peggioramento della crisi economica già in atto e l’aggravamento del disagio sociale a carico delle categorie più in debolezza. Per questo, è indispensabile intervenire con urgenza sui settori maggiormente sensibili. In uno con le misure di prevenzione già proposte e nell’insistere in un maggior rigore nelle attività di monitoraggio e verifica del rispetto delle regole, Meritocrazia Italia auspica un pronto intervento per l’innalzamento del livello di sicurezza nello svolgimento delle attività scolastiche.
In particolare propone:
– un aumento del personale addetto ai controlli all’ingresso, con rilevazione diretta e quotidiana della temperatura;
– un adeguamento della dotazione sanitaria di protezione personale (termoscanner, mascherine di ricambio, etc.) a beneficio di tutti gli istituti scolastici;
– il ricorso a test rapidi di diagnosi ai quali sottoporre tutti gli studenti con cadenza almeno settimanale;
– il rafforzamento del sistema di trasporto pubblico, anche mediante la conclusione di accordi integrati con le aziende di trasporto privato;
– il reclutamento di nuovi medici di quartiere a supporto di famiglie e scuole per la gestione dell’emergenza;
– l’avvio di più intense campagne educative e di sensibilizzazione, rivolte non soltanto ai giovani ma anche ai genitori.
Diversamente, pur nella consapevolezza dell’importanza del contatto umano e del confronto diretto ai fini del miglior processo di crescita, dei limiti già mostrati dalla didattica a distanza per come organizzata e svolta, e delle difficoltà per le famiglie di lavoratori con bambini da accudire e seguire, la chiusura delle Scuole sarebbe scelta obbligata.
Lungi dal rappresentare una secca alternativa, l’interruzione della didattica frontale, con priorità temporale per Scuole superiori e Università, dovrebbe comunque accompagnarsi a un maggiore impegno verso l’adozione di quelle misure finora attese e ancora lontane dalla realizzazione: recupero infrastrutturale per la realizzazione di spazi adeguati, miglioramento del sistema di Rete e riduzione del digital divide, adozione di misure di supporto per le disabilità e di sostegno alle famiglie nella gestione della nuova fase emergenziale.
Non risponderebbe a esigenze di coerenza e sistematicità un piano di intervento volto a comprimere l’esercizio di attività commerciali (con chiusura anticipata, riduzione degli accessi ai locali pubblici,…) o escludere lo svolgimento di attività sportive senza prestare attenzione agli ambienti più sensibili all’amplificazione del contagio”.