Chieti. Il Wwf Chieti-Pescara, Confcommercio, Confesercenti e Cna hanno annunciato nuove iniziative a carattere giudiziario contro la realizzazione del centro commerciale Mirò a Chieti, noto anche
come Megalò 2, i cui lavori, iniziati, si sino interrotti e da mesi sono fermi in attesa delle pronunce della giustizia amministrativa. Il 2 aprile dell’anno prossimo è fissata l’udienza di merito davanti al Consiglio di Stato a cui si sono rivolti la Sile Costruzioni srl, che sta realizzando l’intervento, e il Comune di Cepagatti: il Consiglio di Stato dovrà pronunciarsi sulla sentenza 69/2019 depositata il 7 marzo scorso con la quale la
sezione di Pescara del Tribunale amministrativo regionale, accogliendo il ricorso n. 209/2018 proposto dalla Regione Abruzzo ha annullato la determinazione conclusiva del 18 aprile 2018 della Conferenza di servizi indetta dal Comune di Cepagatti che aveva volturato alla Sile i titoli abilitativi per costruire.
La Sile ha anche presentato ricorso al Tar contro i vari giudizi del Comitato regionale per la Valutazione di Impatto Ambientale che nei fatti bocciano il progetto. Anche tali ricorsi sono in attesa di definizione, nell’udienza di merito, che non è stata ancora fissata e dopo che la richiesta di sospensiva è stata rigettata. Nel frattempo, fanno sapere le associazioni, lo Sportello unico delle attività produttive Chietino Ortonese, con la firma di procura apposta dal sindaco di Chieti, è sceso in campo intervenendo nei due procedimenti giudiziari in corso, schierandosi accanto alla Sile, ”evidentemente incurante – si legge in una nota – dei danni arrecati all’ambiente da ulteriori costruzioni in una zona delicata, a ridosso del fiume Pescara e dalla sempre più evidente desertificazione commerciale dell’area urbana”.
”Wwf Chieti-Pescara, Confcommercio, Confesercenti e Cna – spiega l’avvocato Francesco
Paolo Febbo – continueranno nelle loro azioni per la salvaguardia dell’ambiente, per il rispetto della legalità e in difesa dei veri interessi dei cittadini: le costruzioni che si vorrebbero realizzare a ridosso del fiume, oltre a provocare danno paesaggistico, determinano anche un danno economico importante per il territorio. Abbiamo preparato nuovi passi, anche giudiziari, a tutela della natura e della collettività”.