Teramo. Sono numerose le reazioni politiche alle dimissioni del sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, a cui sono venuti meno i numeri della maggioranza di governo. Paolo Gatti, vicepresidente del Consiglio regionale, che di questo esecutivo rappresenta, con la lista Futuro In, la maggioranza relativa con quattro assessori, dice di “non comprendere invece come si possa ritenere che un commissariamento lungo, di 450 giorni, possa essere utile alla città”. “Sono molto sorpreso dall’eventualità che la maggior parte dei consiglieri possano lasciare che la città sprofondi in una situazione patologica di tale natura. Temo che si assumeranno, nel caso, una grave responsabilità, e che potrà essere un grande danno per la nostra città”. Giandonato Morra, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, che è fuori dalla maggioranza in consiglio comunale, giudica le dimissioni “un atto di responsabilità a cui dice l’ex assessore regionale ai Trasporti spero ne consegua atto di forza ed autonomia”.
Per Morra il futuro di questa amministrazione cittadina e l’impegno dei prossimi 20 giorni di Brucchi deve essere impostato “sulla diminuzione del numero degli assessori per una giunta mista di tecnici e politici”. Sul fronte delle opposizioni, il capogruppo regionale del Pd, Sandro Mariani, non commenta le dimissioni “perchè l’unico mio impegno è quello di continuare a lavorare per garantire al capoluogo un’alternativa concreta ad un’amministrazione che in tre anni ha avuto, come principale occupazione, la ricerca continua di pesi e contrappesi per garantirsi la sopravvivenza politica e amministrativa”. Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo consiliare del Pd, Gianguido D’Alberto, per il quale, “si tratta di una sconfitta che segna il fallimento non solo di Brucchi ma soprattutto di tutti i leader del centrodestra teramano che, in una situazione di crisi, si sono preoccupati fino all’ultimo solo di gestire potere e poltrone, conducendo con arroganza la città verso il commissariamento”.