Ortona. Il segretario nazionale del partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, Maurizio Acerbo, ha lanciato forti accuse per lo “scandalo”, così definito dallo stesso, sulla cementificazione attuata in alcune aree ortonesi. “Quando facevamo le manifestazioni contro il Centro Oli e Ombrina noi di Rifondazione Comunista”, ha esposto Acerbo, “facemmo un grande striscione con la scritta ‘Stop al petrolio e al cemento’. Molti ci chiedevano perché il riferimento al cemento e rispondevamo che la cementificazione della costa era un pericolo altrettanto minaccioso. Vinta la lotta contro la petrolizzazione rimane in campo la minaccia del cemento. Lo dimostra il piano di Ortona che prevede una colata enorme di cemento in aree che invece andrebbero risparmiate e valorizzate. Per questo proposi una legge regionale in Abruzzo che avrebbe introdotto il consumo di suolo zero sui terreni agricoli non ancora urbanizzati e soprattutto di vincolare i terreni lungo la pista ciclabile e nel Parco della Costa Teatina che non si concretizza perché centrodestra e centrosinistra sono pro-cemento”. Ha poi continuato con decisione: “La vicenda di Ortona è emblematica perché il sacco urbanistico scriteriato e clientelare vede la gran parte del consiglio comunale impossibilitato a votare perché evidentemente la maggior parte dei consiglieri ha parenti con aree beneficiate dall’edificabilità. Si tratta di uno scandalo alla luce del sole fortunatamente denunciato dal coordinamento ambientalista Tu. Vi.V.A. e poi anche da tante personalità della cultura. Questo scempio va fermato. Dispiace che non sia più con noi Fabrizia Arduini che tanto ha fatto per diffondere consapevolezza ecologica a Ortona e nella nostra regione. Faccio presente che prevedere la non edificabilità delle aree verdi e agricole non è poi così difficile. Lo facemmo a Pescara nel 2004 con la variante al Prg proposta e elaborata da Rifondazione Comunista”. Infine ha concluso: “Non vorremmo che sconfitte le multinazionali petrolifere a distruggere il territorio sia una mentalità ferma anni sessanta e il partito trasversale degli affari”.