L’Aquila. “Ricorre oggi, 8 agosto, l’anniversario della tragedia di Marcinelle, una sciagura sul lavoro dolorosamente scolpita nella coscienza e nella memoria del nostro Paese che ha coinvolto 137 italiani provenienti prevalentemente da Abruzzo e Molise. A 68 anni dalla tragedia è doveroso ricordare il sacrificio degli italiani e degli abruzzesi nel mondo”.
Con queste parole l’assessore regionale con deleghe alla cultura e al sociale, Roberto Santangelo, ricorda le vittime del vasto incendio che nel 1956 si sviluppò all’interno della miniera di carbone di Bois du Cazier, a Marcinelle, in Belgio.
“Tra le vittime c’erano padri di famiglia che avevano lasciato la terra d’origine per assicurare un futuro ai propri figli, trovando però all’estero condizioni di vita difficili – rimarca Santangelo – Gli italiani dormivano, infatti, nelle famose “cantines”, baracche gelide d’inverno e roventi d’estate, e trovarono molta ostilità da parte degli abitanti del luogo in quanto stranieri. La tragedia di Marcinelle ispirò così la scrittura dell’art. 48 del Trattato di Roma, che istituì il 25 marzo 1957 la Comunità economica europea (CEE), con cui si stabilisce il divieto di qualsiasi discriminazione, fondata sulla nazionalità, tra i lavoratori degli Stati membri per quanto riguarda l’impiego, la retribuzione e le altre condizioni di lavoro”.
Citando quanto espresso dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del 67° anniversario della strage, l’assessore Santangelo richiama i valori di sociali e culturali della Costituzione basati sul lavoro e sulla sicurezza sui luoghi lavoro:
“Il Presidente Mattarella, nel 2023, ha ricordato che le vittime di Marcinelle ‘hanno contribuito a promuovere i più alti valori sociali e culturali che animano la Costituzione, a cominciare dal diritto al lavoro’. Oggi dobbiamo tenere a mente l’importanza della tutela dei lavoratori per garantire la sicurezza sui posti di lavoro e condannare ogni forma di discriminazione affinché venga realmente onorato l’articolo 1 della nostra Repubblica e, soprattutto, venga realizzata un’equa giustizia sociale” conclude Santangelo.