Pescara. “Ha preferito rispondere alla nostra lettera per via mediatica, evitando di confrontarsi con i ruoli istituzionali che ricopriamo”. Risponde così la consigliera di parità, Alessandra Genco, al sindaco di Montesilvano, Francesco Maragno, a proposito della campagna di stampa antiprostituzione.
“Sorvolando poi sui toni da lei utilizzati, siamo a puntualizzare che il “manifesto” in questione campeggiava alle sue spalle durante la presentazione della campagna anti prostituzione del 9 marzo e che, anche oggi, è sulla prima pagina dei quotidiani. Se preferisce lo chiameremo “slogan” della sua campagna pubblicitaria, così da
eliminare ogni confusione lessicale, pur ribadendo la nostra richiesta di eliminarlo dalla campagna in questione”. “Lei – continua Genco – così attento al significato delle parole, dovrebbe conoscere il significato ed
il valore del termine “puttana”, che da alla sua campagna, un senso diverso da quello che invece dovrebbe.
Chiamare “puttane” queste donne, vittime di sfruttamento sessuale, è il peggior stereotipo di genere che potesse utilizzare in quanto colpevolizza chi viene sfruttato e non chi sfrutta. La lotta alla prostituzione non è mai stata messa in discussione e ci mancherebbe, ognuna di noi la porta avanti da anni, con la tutela delle vittime, attraverso le proprie professionalità e nel perimetro dei propri ruoli. Ciò che contestiamo sono le modalità utilizzate anzi, le parole utilizzate e ciò che esse veicolano, cosa che a nostro parere non rappresenta un dettaglio!
Prendiamo comunque atto che nessuno dei numerosi manifesti affissi in tutto il suo Comune riporta
la frase incriminata, cosa che ci lascia ben sperare in un suo ravvedimento”. “Continueremo a monitorare la
situazione – termina Genco – insieme a numerosissime donne e uomini che, come giusto, si sono sentiti offesi
dal linguaggio utilizzato nello “slogan” in questione della sua campagna pubblicitaria”