Manoppello. “Centinaia di persone, sia sui social che a Manoppello, insorgono contro chi ha promosso ed eseguito i lavori di devastazione nel giardino storico di Santa Maria d’Arabona dopo la condanna unanime del disastro da parte di grandi associazioni impegnate nella tutela dei giardini e del verde”, così si esprimono in un comunicato congiunto il coordinamento nazionale alberi e paesaggio onlus, Pro Natura Abruzzo, Touring Club Italiano-Club del territorio di Pescara, Aiapp Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio sezione Abruzzo-Lazio-Molise-Sardegna e Fai delegazione di Pescara
Secondo la nota ormai non sarebbe rimasto più nulla dell’antica facies del giardino all’italiana, ricco di specie botaniche anche rare nonché uno dei parchi storici più eleganti e preziosi d’Abruzzo. “Un giardino rovinato dal massacro delle alberature storiche, colpite da pesanti capitozzature, e da diversi abbattimenti di alberi storici tra cui allori e oleandri”, dichiara il comunicato, “inoltre, ci sono gravissimi danni da capitozzatura su un secolare alloro ubicato in prossimità del viale centrale del giardino. La notizia si è sparsa, tramite i social, anche fuori regione e ha indignato e preoccupato anche altri numerosi esperti del settore e persone amanti della natura e dell’arte. Rimaniamo sconcertati da tanto accanimento su un bene ambientale. La cura dei giardini storici dovrebbe essere affidata a esperti e a figure specialistiche in questo settore”.
“Fanno riflettere le dichiarazioni del Rettore nel recente articolo del Messaggero. Stranamente, invece di chiedere scusa, egli difende l’operato nel giardino. Noi chiediamo alla Curia, proprietaria del bene sottoposto a vincoli paesaggistici, di prendere provvedimenti al più presto affinché si faccia la massima chiarezza sulla situazione”, dichiarano, “alla luce di quanto dichiarato sul giornale, esortiamo il Rettore dell’Abbazia a chiedere scusa pubblicamente e a rassegnare le dimissioni.
“Chi ha promosso, coordinato e partecipato alla devastazione del giardino storico dell’Abbazia monumento nazionale, considerando i gravi danni perpetrati all’immagine del luogo e visti gli alti costi per ripristinarlo e restaurarlo, deve prendersi le proprie responsabilità. La comunità di Manoppello, molto legata a questo giardino, ha subito un duro colpo, oltretutto in un momento molto difficile come quello che stiamo vivendo. Da sempre il giardino dell’Abbazia rappresenta per noi un luogo di ricordi e un rifugio per lo spirito e la preghiera. Il danno al turismo lo risentiremo presto e molti visitatori non potranno ammirare un giardino in condizioni ottimali”.
“Il Rettore ha dichiarato pubblicamente sui giornali di essersi avvalso di volontari non titolati e non competenti nella gestione di un giardino storico. Proprio per questo chiediamo alle autorità preposte di verificare i nomi e cognomi dei presunti volontari e accertare la regolarità dell’esecuzione e del loro operato, le coperture assicurative, le norme sulla sicurezza ed eventuali contratti e il rispetto delle normative vigenti”, conclude il comunicato, “Il Rettore parla di aver trovato una “selva oscura”, definizione smentita da numerose persone intervenute sui social. In caso di necessità di interventi in un giardino così importante, come hanno ben spiegato gli esperti, bisognava agire con potature mirate ed analisi di stabilità sugli alberi. Un giardino storico non deve essere praticamente raso al suolo in nome della pulizia. Inoltre, implicitamente accusando l’operato dei precedenti Rettori, si coglie di fatto il riferimento alla gestione dell’ex rettore attualmente Parroco di San Pancrazio e San Callisto Papa. Giù le mani dal nostro Parroco, non accettiamo insinuazioni simili nei confronti di una figura autorevole che da decenni ha fatto tanto per la comunità di Manoppello e ha portato l’Abbazia negli ultimi anni ad essere sempre più apprezzata e valorizzata”.