L’Aquila. Con il maltempo degli ultimi giorni in Italia sale il conto degli incidenti provocati da alberi a terra e rami spezzati che hanno provocato danni e feriti in una situazione in cui si contano oltre 40mila alberi pericolanti su cui occorre intervenire. E’ quanto afferma la Coldiretti in relazione all’ultimo rapporto sugli interventi dei vigili del fuoco per rimuovere tronchi, tagliare rami o mettere in sicurezza piante a rischio caduta nelle città. Una situazione critica figlia dei cambiamenti climatici che si incrocia con una gestione del verde pubblico non sempre in grado – denuncia la Coldiretti – di garantire il benessere delle piante e la sicurezza dei cittadini. Le piante sferzate dal vento e sotto il peso della neve – evidenzia la Coldiretti – cadono per la scelta di essenze sbagliate per il clima, il terreno o la posizione, ma anche per gli errori sulle dimensioni e sul rispetto delle distanze per un corretto sviluppo delle radici, sul quale pesa soprattutto la mancanza di manutenzione adeguata con potature eseguite senza la necessaria professionalità.
I mesi più pericolosi per la caduta degli alberi – spiega la Coldiretti – sono nell’ordine luglio, agosto e al terzo posto proprio gennaio. Milano, Monza, Ancona, Trieste e Napoli sono le province italiane che in un anno, secondo il rapporto 2022 dei vigili del fuoco, hanno registrato la maggiore incidenza di interventi per alberi pericolanti fra 5 e 10 ogni dieci chilometri quadrati. In seconda fascia – riferisce Coldiretti – troviamo, fra gli altri, territori come le province di Roma, Latina Perugia, Venezia, Pistoia, Ravenna, Vivo Valentia e Livorno che hanno registrato da 3 a 5 interventi ogni dieci chilometri quadrati di territorio. “Sul problema degli alberi pericolanti e del verde pubblico in genere occorre intervenire con una gestione professionale che preveda il ricorso alla figura del manutentore con idonea qualifica – afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini -. E’ necessario coinvolgere a tutti i livelli le 27mila aziende florovivaistiche italiane che con 100mila addetti già operano da nord a sud della Penisola per un fatturato di 2,7 miliardi”.