Pescara. Impugnazione giudiziale da parte della Cirfood contro il Comune di Pescara per dichiarare “l’illegittimità della risoluzione del contratto di refezione scolastica, a tutela dei propri interessi e della propria reputazione”. Lo rende noto la stessa Cirfood in una nota. L’azione legale arriva dopo che ai primi di giugno oltre 200 bambini, iscritti in diverse scuole di Pescara, erano finiti in ospedale con sintomi gastrointestinali provocati, venne poi stabilito, dal batterio Campylobacter. Sul caso è stata aperta un’inchiesta che conta sei indagati, tra cui i rappresentanti delle due ditte che, in associazione temporanea di imprese (Ati), gestiscono il servizio refezione scolastica. In particolare Cirfood nella nota precisa “che sono ancora in corso le indagini aventi l’obiettivo di accertare le responsabilità dei fatti che hanno portato al malessere di alcune decine di bambini residenti nel Comune di Pescara il 2 giugno scorso” e che l’ impresa si è resa “fin da subito disponibile ai dovuti accertamenti da parte delle autorità competenti.
Ancora oggi, per la medesima ragione, l’impresa ribadisce la massima fiducia nell’operato della magistratura e conferma la totale disponibilità a collaborare per l’ accertamento di ogni responsabilità dei fatti”. La Cirfood con sede legale a Reggio Emilia, che opera da oltre 40 anni su tutto il territorio nazionale per la produzione di 100 milioni di pasti all’anno e una forza lavoro di 13mila persone, “ha manifestato, fin dall’inizio della vicenda, la propria vicinanza alle famiglie per la salute dei giovani colpiti da disturbi gastrointestinali. Contestualmente, esprime la propria solidarietà e un sincero ringraziamento – si legge nella nota ai dipendenti che hanno assicurato il servizio di refezione scolastica a Pescara, per la grande responsabilità e sensibilità dimostrata”.