Roma. Sembra che ormai ci stiamo abituando al Covid, ricompreso tra i problemi sanitari ricorrenti ed ecco la notizia – riportata da vari organi di stampa – che gli operatori sanitari di tutto il mondo, in special modo del Regno Unito, si starebbero preparando al diffondersi di una nuova pandemia, chiamata convenzionalmente “Malattia X” dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Un nuovo virus che, a quanto si legge, potrebbe rivelare un impatto analogo a quello dell’influenza spagnola registratasi tra il 1918 e il 1920 e provocare venti volte più vittime del Covid.
Malattia X
In un articolo pubblicato sul Daily Mail, sintesi di una ricerca più approfondita, l’ex presidente della task force sui vaccini del Regno Unito, Kate Bingham, considera: “La pandemia influenzale del 1918-19 uccise almeno 50 milioni di persone in tutto il mondo, il doppio di quelle della Prima guerra mondiale. Oggi, potremmo aspettarci un bilancio di vittime simile a uno dei tanti virus che già esistono.”
L’Ebola ha un tasso di mortalità di circa il 67%, l’influenza aviaria del 60%, la Mers sfiora il 34%. Per quanto riguarda Malattia X, certo è ancora presto per valutazioni del genere ma, a quanto pare, il suo impatto risulterebbe comunque devastante. Potrebbe rivelare un tasso di mortalità superiore al Covid e più vicino al 67% registrato da Ebola. E la sua capacità di diffusione potrebbe risultare simile a quella del morbillo. Come accennato, la possibile stima dei decessi sarebbe, quindi, analoga a quella della spagnola di inizio XX secolo, che ha causato cinquanta milioni di morti in tutto il mondo. “In un certo senso siamo stati fortunati con il Covid”, afferma la Bingham, “visto che la maggior parte delle persone infettate è riuscita a riprendersi.”
“Non sappiamo ancora con certezza quale forma assumerà la nuova pandemia”, prosegue, “ma solo che il suo arrivo, secondo gli esperti sanitari globali, non è solo una possibilità ma una probabilità.”

I virus più pericolosi
Il 21 novembre 2022, l’Oms ha avviato un processo di aggiornamento dell’elenco dei patogeni prioritari, di quegli agenti, cioè, idonei a causare epidemie o pandemie. Ciò, al fine di orientare gli investimenti, la ricerca e lo sviluppo globali, in particolare relativamente a vaccini, test e cure. L’Organizzazione ha coinvolto nella ricerca più di trecento scienziati, impegnati a studiare oltre venticinque famiglie di virus e batteri. L’elenco, pubblicato per la prima volta nel 2017, attualmente ricomprende Covid, febbre emorragica Crimea-Congo, virus Ebola, virus Marburg, febbre di Lassa, Mers, Sars, Nipah, Henipavirus, febbre della Rift Valley, Zika.
E, appunto, Malattia X. Che deve la sua denominazione proprio al fatto di essere ancora sostanzialmente sconosciuta, dal punto di vista delle cause che la determineranno, dalle modalità di trasmissione con cui si propagherà e dalla sintomatologia con cui si manifesterà. Per il momento, ci dicono che l’unico punto fermo è che, quasi sicuramente, si scatenerà.
Cosa favorisce le pandemie?
Secondo l’Oms, tra le condizioni favorenti la nascita di una nuova pandemia rientrerebbero la globalizzazione, il sovrappopolamento e la deforestazione. Aspetti che incrementano il passaggio dei virus da una specie all’altra, come osservato nel caso del Covid, nel 2020, e anche con riferimento ad altre malattie, come l’influenza aviaria. Impossibile indovinare quale virus potrebbe determinare la prossima pandemia, ma gli esperti invitano, per così dire, a non abbassare la guardia, ad esempio continuando a sviluppare nuovi vaccini. La prevenzione è la chiave per non farsi prendere da facili allarmismi, spiega Bingham.
Il costo del Covid
“Dobbiamo fare i primi passi per affrontare la prossima pandemia in questo e ciò implica mettere soldi sul tavolo. Eppure, ci sono pochissime prove che siamo disposti a spendere qualcosa di lontanamente paragonabile per proteggerci dai virus reali”, continua Kate Bingham. Il costo del Covid, in termini monetari, è stato enorme, secondo una ricerca dell’Università di Sidney si stimerebbero 3.800 miliardi di dollari solo di mancati consumi. Cifra, questa, che non tiene conto delle elevatissime spese sanitarie sostenute. Da qui, appunto, l’invito degli esperti a non farsi trovare impreparati di fronte al possibile arrivo della nuova pandemia.
Allarme giustificato?
“Proprio perché l’allarme arriva dall’Oms è il caso di non farci prendere dal panico. Come ben saprà un gruppo di studiosi in tutto il mondo ha avviato una raccolta di firme per contestare la decisione della stessa Organizzazione di avocare a sé ogni decisione in materia di gestione pandemica.” Sono le parole con cui il virologo Giulio Tarro, già primario dell’ospedale Cotugno di Napoli, ha commentato, in un’intervista al quotidiano on-line Lo speciale, le notizie relative a Malattia X. “Tanto è vero che alle Nazioni Unite, dove si sarebbe dovuto votare in tal senso, tutto si è bloccato proprio in virtù di questa massiccia protesta che ha visto l’adesione di alcuni Stati. Non dimentichiamo poi che anche la stessa gestione del Covid da parte dell’Oms non è stata giudicata del tutto trasparente.”

Prosegue Tarro: “L’approccio, secondo molti scienziati, doveva essere diverso, soprattutto nella fase iniziale, trattandosi di un virus appartenente alla famiglia dei coronavirus e quindi già noto sotto altre precedenti forme, soprattutto dal 2012 in poi con la seconda fase della cosiddetta Mers. Invece l’Oms ha portato avanti una discutibilissima strategia culminata con una vaccinazione di massa i cui aspetti restano tuttora molto critici.”
Il tempo quindi ci dirà se sia giustificato o meno avere paura di Malattia X.