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Magistrati arrestati, la Marcozzi attacca Legnini: l’Abruzzo merita di più, il 10 febbraio lo dimostreranno

Giulia Antenucci di Giulia Antenucci
15 Gennaio 2019
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L’Aquila. “Apprendo dagli organi di stampa che il nome del candidato presidente dell’Abruzzo del centro sinistra Giovanni Legnini è finito sull’agenda dell’imprenditore Luigi Dagostino, accusato di corruzione in atti giudiziari. Accusa che ha portato gli inquirenti di Lecce a procedere all’arresto dei magistrati del Tribunale di Roma Antonio Savasta e Michele Nardi. Le smentite e le prese di distanza di facciata che leggiamo sui canali social di Legnini non bastano più a nessuno”. Si esprime così il candidato presidente alla regione Abruzzo del Movimento 5 Stelle Sara Marcozzi in merito alle ultime notizie su Legnini.

“Ascoltare da un ex Vicepresidente del CSM una serie continua di ‘Io non sapevo’, ‘Se avessi saputo non sarei andato’, ‘Sono stato freddo nei loro confronti’”, spiega la pentastellata, “sono scuse frettolose e maldestre. La difficoltà evidente di Legnini si palesa quando tenta affannosamente di sminuire una notizia rilanciata da tutte le agenzie di stampa spacciandola per un attacco dei suoi avversari politici.  A questa vicenda grottesca si aggiunge quanto riferito da Alessandro Lanci, suo candidato, che ha attribuito a Legnini un emendamento alla finanziaria del 2016 sul limite delle 12 miglia per le trivellazione petrolifere, nonostante in quel momento Legnini fosse già al CSM”.

“Tutte questioni che lascerebbero intendere una commistione tra politica e istituzioni gravissima”, precisa la Marcozzi, “ossia il superamento disinvolto e sistematico del principio di separazione tra i poteri, uno dei principi fondamentali dello stato di diritto e della democrazia liberale. Il tutto mentre il candidato di centrosinistra continua a recitare, come una nenia, gli slogan sul cambiamento, sulla novità o l’aria nuova. La realtà è che ha ricandidato con se tutta la giunta regionale D’Alfonso, nel segno della più totale continuità nei modi e nelle persone”.

“Legnini rappresenta in tutto e per tutto l’ancien règime che si nasconde dietro a liste civiche”, conclude il candidato presidente dei 5 Stelle, “che col civismo non hanno niente a che fare. Gli abruzzesi meritano di più di questa continua pantomima e sono sicura che il 10 febbraio lo dimostreranno nelle urne”.

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