Chieti. Riportiamo per integrale la presa di posizione dell’Ordine professionale degli infermieri in merito alle esternazioni dei giorni scorsi del sindaco di Rapino, Rocco Micucci, che ha definito un servizio di taxi l’operato dei sanitari provinciali.
«Tassinari. Questo siamo per qualche illuminato sindaco del Chietino. Atterrito dal rischio che possono correre i pazienti ai quali prestiamo soccorso. Assistiamo allibiti al video postato su un social network dal Sindaco di Rapino, Rocco Micucci, il quale, riferendosi a una delibera aziendale della Asl Lanciano Vasto Chieti che porterebbe all’impiego in quei territori di ambulanze a leadership infermieristica (India), le definisce “un servizio taxi” e “un attentato alla salute pubblica”. Si tratta di commenti francamente sopra le righe, quando non diffamatori, nei confronti della categoria degli infermieri»: lo affermano in una nota congiunta i Presidenti della Società italiana infermieri di emergenza territoriale (SIIET), Roberto Romano, e dell’Ordine delle professioni infermieristiche (OPI) della provincia di Chieti, Giancarlo Cicolini, i quali invitano comunque Micucci a un incontro per un confronto costruttivo nell’interesse della corretta informazione e tutela della popolazione.
«Se il Sindaco, prima di commentare e postare, avesse utilizzato Internet per informarsi davvero sulla materia – proseguono – avrebbe scoperto che il mezzo infermieristico territoriale esiste da più di vent’anni in tutte le realtà più evolute del Paese in ambito di emergenza urgenza territoriale. Sistemi come quello lombardo, toscano o dell’Emilia Romagna, solo per citarne alcuni, sono indiscutibilmente autentici fiori all’occhiello della nostra gestione territoriale dell’emergenza urgenza. Quei sistemi si basano sul concetto di rete e corretta integrazione tra mezzi e professionisti e vedono nel modello “India” il loro punto di forza. Quei sistemi evidenziano, ad oggi, dati alla mano, i migliori risultati in Italia, peraltro assolutamente in linea con quelli internazionali».
«Ecco allora – aggiungono i rappresentanti di SIIET e OPI Chieti – che il definire la presenza in questi setting dell’infermiere, che è un professionista con formazione e competenze riconosciute, come un “attentato alla salute pubblica”, o “un servizio taxi”, scrivere di non poter “neanche pensare che davvero si possano immaginare interventi del 118 senza medici” e che “qui stiamo parlando di salvare la vita delle persone, non di fornire una prestazione qualsiasi”, oltre che essere gravemente diffamatorio della professionalità dei colleghi, finisce con l’essere nulla più di frasi a effetto, purtroppo vuote rispetto a ogni possibile contenuto e non supportate da elementi scientifici, ma solo da cattiva informazione e da pregiudizi medievali che non tengono conto della necessità di integrare tra loro ruoli e competenze sanitarie in maniera appropriata, facendo intervenire il mezzo di soccorso con l’équipe necessaria in base alla prestazione assistenziale da garantire. Che, tra l’altro, è proprio la proposta consegnata dalla Asl Lanciano Vasto Chieti ai colleghi Sindaci di Micucci in sede di Comitato ristretto. Evidentemente il Sindaco di Rapino, oltre a non avere competenze in Sanità, non ha nemmeno l’umiltà o forse l’interesse a fare una chiamata ai suoi colleghi Sindaci o di informarsi diversamente come hanno già fatto tutti da giorni. Smettiamola di buttare tutto in caciara, di mettere gli uni contro gli altri i professionisti della sanità, di spaventare i cittadini! Cominciamo invece a ragionare in un’ottica di sistema su una moderna integrazione delle diverse competenze».
«Riteniamo che il Sindaco, se realmente volesse contribuire al benessere della sua popolazione, e non abbiamo motivo di dubitarne – concludono Romano e Cicolini -, meglio farebbe, invece di diffondere inutili allarmismi, ad abbandonare posizioni preconcette e infondate scientificamente, perseguendo invece la via della corretta informazione, per se stesso e per i cittadini ai quali si rivolge. Questi potranno stare tranquilli sul fatto che, ogni qualvolta troveranno un infermiere a soccorrerli, saranno gestiti con competenza e professionalità in un sistema di rete che garantirà loro il massimo della sicurezza possibile».